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Stati Uniti, il mercato del lavoro va. Disoccupazione ai minimi da 7…

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creati 295.000 posti in febbraio

Stati Uniti, il mercato del lavoro va. Disoccupazione ai minimi da 7 anni

Nuovo exploit dell'economia e del mercato del lavoro americani. A febbraio negli Stati Uniti sono stati creati 295.000 nuovi impieghi, nettamente oltre le attese, e il tasso di disoccupazione è sceso al 5,5% dal 5,7%, a sua volta battendo le previsioni e alla soglia minima da quasi sette anni. Gli analisti avevano anticipato in media per il mese scorso la creazione di 240.000 posti di lavoro e un tasso di senza lavoro del 5,6 per cento. Anche il più allargato tasso di disoccupazione U-6, che comprende anche lavoratori marginali e disillusi, è migliorato, calando all'11% dall'11,3 per cento.

I nuovi assunti sono nei settori più diversi, dai servizi professionali al retail, dalle costruzioni alla sanità. E con il dato di febbraio nell'ultimo anno la ripresa americana ha creato in media oltre 270.000 posti di lavoro al mese. «L'occupazione americana ha trovato una solida spinta», ha commentato Sam Bullard di Wells Fargo.

Il governo ha tuttavia rivisto al ribasso i nuovi occupati in gennaio, a quota 239.000. La partecipazione alla forza lavoro, inoltre, rimane ai minimi da oltre trent'anni: il mese scorso è stata del 62,8% e il Dipartimento del Lavoro l'ha descritta come stagnante, in una fascia tra il 62,7% e il 62,9% dallo scorso aprile. E i salari hanno frenato rispetto a precedenti segni di accelerazione, in rialzo di un modesto 2% dall'anno scorso e di soli 3 centesimi l'ora da gennaio a 24,78 dollari. Insomma, per l'economia non emerge al momento alcun segno di una auspicata salutare inflazione da pressioni occupazionali.

La Federal Reserve, se i dati economici confermeranno la continua solidità della ripresa americana, ha in programma quest'anno la prima stretta di politica monetaria da prima della crisi finanziaria. Ha però mantenuto ufficialmente un atteggiato di prudenza, davanti alla protratta mancanza di inflazione e alle incognite del quadro internazionale, che vede i mercati ipotizzare un rialzo dei tassi non prima di giugno - una scommessa che potrebbe uscire rafforzata dall'andamento positivo dell'occupazione in febbraio - e forse più là. La crescita del quarto trimestre del 2014 ha rallentato il passo del 2,2% dopo exploit del 5% e del 4,6% nei precedenti due trimestri e dovrebbe assestarsi tra il 2% e il 3% anche nei primi tre mesi del 2015.

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