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Omicidio Nemtsov, cinque arrestati a Mosca: «militare ceceno …

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indagini sull’omicidio dell’oppositore di puitin

Omicidio Nemtsov, cinque arrestati a Mosca: «militare ceceno confessa». Un’indagine fitta di contraddizioni

Boris Nemtsov è stato ucciso con quattro colpi di pistola vicino al Cremlino il 27 febbraio. Due giorni dopo avrebbe dovuto guidare la marcia di opposizione contro il coinvolgimento della Russia nel conflitto in Ucraina e quindi contro il presidente Putin. Una settimana dopo l’assassinio, gli inquirenti moscoviti annunciano di aver arrestato i responsabili e sospettati: sono cinque e tutti ceceni.

Davanti a un tribunale di Mosca sono oggi apparsi i cinque presunti killer del 55enne vicepremier di Eltsin, uno dei politici russi più conosciuti e apprezzati in Occidente, voce liberale critica con il Cremlino. I primi due arrestati sabato sono stati Zaur Dadayev e Anzor Gubashev, individuati come esecutori. Gli altri tre si chiamano Shagid Gubashev, Ramzan Bakhayev, Tamerlan Eskerkhanov e rimangono in carcere anche se non incriminati. Un sesto ricercato, accerchiato dalla polizia nel suo appartamento a Grozny, si sarebbe fatto esplodere con una granata dopo averne lanciata una contro gli agenti, riporta Interfax.

I fratelli Anzor e Shagid Gubashev - cugini di Dadayev - Ramzat Bakhaiev e Tamerlan Eskerkhanov sono stati catturati in Inguscezia.

Dadayev, ex poliziotto, è l’unico che avrebbe ammesso il coinvolgimento nell'omicidio, sostiene il giudice di Mosca, per ora resterà in carcere fino al 28 aprile. Ma in aula l’accusato si è limitato a confermare le sue generalità e a chiedere che il processo si svolga in modo equo. Eskerkhanov sostiene di avere un alibi, Bakhaiev ha obiettato di essere stato arrestato a casa, se fosse stato colpevole avrebbe cercato di fuggire.

Uomo chiave: un militare ceceno decorato da Putin
Dadayev, l’uomo che avrebbe confessato l’omicidio, era vice comandante del battaglione ceceno «Sever». Il battaglione Sever, formalmente inserito nella 46esima brigata operativa del ministero degli interni russo, è istituito nel 2006 da Ramzan Kadyrov, presidente ceceno filo-Putin che quattro anni dopo lo trasforma nel 141 reggimento operativo dedicato a suo padre Akhmat Kadyrov, ma lascia all'unità speciale anche il nome «Sever» (Nord).

Dadayev milita per una decina d’anni nel Sever che combatte gli estremisti islamici alle dipendenze del ministero dell'Interno di Grozny; nell'ottobre 2010 è decorato da Putin con una medaglia al merito. Non si sa se fosse ancora in servizio o in congedo. Sembra però personaggio imbarazzante sia per Putin sia per Kadyrov, suo luogotenente in Cecenia, che finora è rimasto in silenzio. Difficile del resto pensare che le milizie di Kadyrov sfuggano al suo controllo o possano fare qualcosa che metta in difficoltà Putin.

L’accusa del blogger dissidente
Il giorno dei funerali di Nemtsov, il blogger Aleksei Navalny, altro dissidente anti-Putin, aveva citato gli squadroni del presidente ceceno Kadyrov, oltre a quelli direttamente anti Maidan, cioè contro il movimento ucraino ostile alla Russia, che mettono insieme ex militari reduci dalla guerra in Afghanistan e cosacchi come esecutori di un omicidio che, aveva scritto, è su mandato del Cremlino.

l moventi che non convincono
Non c’è un solo movemte. Gli inquirenti avrebbero parlato di denaro ma anche del sostegno di Nemtsov per le vignette pubblicate su Charlie Hebdo, posizione opposta a quella sostenuta di Kadyrov che a Grozny a gennaio ha guidato una manifestazione fiume contro le provocazioni all'Islam. Ma è stato arrestato un militare ceceno che ha combattuto i fondamentalisti islamisti quindi il quadro si complica e il movente vignette non regge.

La Cecenia
I cinque sono tutti di origini cecena. Pista cecena in Russia vuol dire una ferita che sanguina: due guerre intestine fra separatisti e fazioni appoggiate dalla Russia i cui abusi, sempre sotto Putin, sono stati denunciati da un’altra dissidente, la giornalista Anna Politkovskaya uccisa sotto casa nel 2006. Fondamentalismo islamista che non è stato certo vinto, gli ultimi attentati a dicembre a Grozny: 19 morti in attacchi rivendicati dal movimento «Emirato del Caucaso». Al potere però c’è un fedele di Putin, Kadyrov.

Analogie con il caso di Politovskaya
Anche nel caso della giornalista Anna Politovskaya erano stati arrestati in cinque e condannati dopo una lunga vicenda giudiziaria. Anche in quel caso stretti legami di clan e origine cecena: il mandante dell'assassinio non è mai stato trovato.

Il movente Ucraina
Nemtsov, ex vice premier e oppositore a Putin, aveva denunciato più volte il coinvolgimento di militari russi nell'est dell'Ucraina e aveva anticipato la pubblicazione di un rapporto con nuovi elementi il giorno dopo il suo assassinio. Sepolto martedì, il dissidente per cui 50mila persone a Mosca hanno sfilato in segno di solidarietà, è stato colpito mentre passeggiava sulla Moscova con la fidanzata 23enne, la modella ucraina Anna ora rientrata a Kiev. (an. man.)

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