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Ucraina, Putin svela il piano per annettere la Crimea e salvare Yanukovich

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Ucraina, Putin svela il piano per annettere la Crimea e salvare Yanukovich

La sera in cui un tribunale di Mosca incrimina due ceceni per l’omicidio di Boris Nemtsov, l’ex premier che denuncia il coinvolgimento russo in Ucraina ucciso da Zaur Dadaev, militare e musulmano «mosso dallo sdegno per la difesa della libertà di satira e la solidarietà» dimostrata da Nemtsov al massacro di Charlie Hebdo, spunta un trailer.

Ieri sera mentre la famiglia e amici di Nemstov dicevano di non credere a una parola dei giudici, la tv di stato russa diffonde un’intervista-documentario né dissidente né clandestino in cui Putin in persona svela un suo incontro segreto nel febbraio 2014 con alti dirigenti russi per annettere la Crimea e salvare Viktor Yanukovich (nella foto con Putin), presidente ucraino filorusso poi deposto contro cui si sollevò la Maidan filoeuropea a Kiev.

È la prima volta che Putin ammette che c’era un piano per annettere la Crimea e il via è stato dato settimane prima il referendum con cui è stata votata l’annessione alla Russia, peraltro ancora oggi non riconosciuta dalla comunità internazionale. Formalmente la Crimea è stato annessa alla Russia il 18 marzo 2015 dopo che milizie non identificate avevano preso possesso della regione. Putin ammette che diede quell’ordine in un vertice notturno il 22 febbraio. E in questo documentario sostiene infine che quella decisione fu presa perché aveva in mano un sondaggio - non si sa fatto da chi e quando - secondo cui l’80 per cento dei russi voleva ricongiungersi con la Crimea.

«Ho invitato al Cremlino i responsabili dei nostri servizi segreti, del ministero della Difesa, e ho affidato loro la missione di salvare la vita del presidente ucraino. Sarebbe stato massacrato. Era la notte tra il 22 e il 23 febbraio, abbiamo finito verso le sette del mattino» racconta Putin, secondo il quale i russi erano pronti a mettere in salvo Yanukovich portandolo fuori da Donetsk «via terra, via mare o via aerea».

Dopo l'incontro disse ai responsabili della sicurezza nazionale che sarebbero stati «costretti ad iniziare a lavorare per il ritorno della Crimea alla Russia». Quattro giorni dopo, il 27 febbraio, uomini armati non identificati presero il controllo del Parlamento regionale della Crimea, a Sinferopoli, che a gran velocità votò per un nuovo governo. Kiev denunciò l'invasione russa, con l'arrivo di migliaia di soldati senza mostrine che avevano preso il controllo dei siti strategici. Il trailer è stato trasmesso dal primo canale statale con una colonna sonora drammatica e ampie vedute della costa della Crimea. Inizialmente Putin negò di aver mandato truppe in Crimea ma successivamente ammise in tv di averle inviate.

Il documentario ufficiale ricostruisce ciò che accadde in Ucraina il 27 febbraio 2014, esattamente un anno dopo a Mosca viene ammazzato Nemtsov, uomo che aveva denunciato il coinvolgimento dell’esercito russo nel conflitto dell’Est Ucraina.

Taglio stipendio e medaglia al ceceno Kadyrov
Putin fa altre cose oggi: si taglia lo stipendio per empatia coi russi in difficoltà, e premia con medaglia dell'Ordine d'Onore il leader ceceno Kadyrov: intorno le polemiche per i legami dello stesso Kadyrov con Dadayev, il presunto killer ceceno di Nemtsov. Secondo Interfax, che cita il decreto presidenziale, l'onorificenza è stata assegnata «per i suoi successi di lavoro, l'attività sociale e i molti anni di lavoro coscienzioso».

Da domenica, Kadyrov è al centro dell'attenzione dei media per i suoi commenti su Dadayev, unico reo confesso tra i sette caucasici arrestati finora in relazione all'omicidio di Nemtsov. Ex tenente del battaglione ceceno Sever, Dadayev è stato definito da Kadyrov un uomo devoto, un patriota che non avrebbe mai fatto nulla contro la Russia. Il 34enne ha confessato di essere la mente e l'unico organizzatore dell'assassinio per vendicare le offensive dichiarazioni di Nemtsov e la solidarietà che aveva espressa ai vignettisti «blasfemi» di Charlie Hebdo.

Subito dopo la morte dell'oppositore politico, avvenuta il 27 febbraio al centro di Mosca, Kadyrov aveva accusato le agenzie di intelligence occidentali che avrebbero organizzato l'assassinio avvalendosi delle forze di sicurezza ucraine. «Non c'è dubbio che l'assassino di Nemtsov sia stato organizzato dalle intelligence occidentali alla ricerca di qualsiasi modo per alimentare conflitto interno in Russia», aveva detto il leader ceceno, sposando la tesi iniziale del Cremlino per cui il delitto mirava a destabilizzare il Paese.

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