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Come ridurre gli effetti dei disastri naturali. Conferenza Onu in Giappone

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Come ridurre gli effetti dei disastri naturali. Conferenza Onu in Giappone

SENDAI - Poco dopo il quarto anniversario dello tsunami del 2011, il Giappone settentrionale ritorna al centro dell'attenzione mondiale a causa dei disastri. Per fortuna non si tratta di una nuova catastrofe, ma dei modi per prevenire e ridurre gli effetti dei cataclismi naturali: il premier Shinzo Abe, con l'Imperatore, ha aperto oggi a Sendai - capoluogo della provincia di Miyagi, duramente colpita dallo tsunami di 4 anni fa e a soli 85 km dalla centrale nucleare di Fukushima Daiichi - la terza Conferenza Mondiale delle Nazioni Unite sulla Riduzione del Rischio di Disastri naturali (WCDRR). Purtroppo l'apertura dell'evento – che si svolge a cadenza decennale e che il Giappone ha ospitato anche nella precedente edizione a Kobe nel 2005 – ha coinciso con l'arrivo di un devastante ciclone nel Pacifico, a Vanuatu (a mezza strada tra Australia e Hawaii). Il presidente della repubblica dell'isola si trova proprio alla Conferenza di Sendai. Non è ancora chiaro il numero delle vittime ma i danni appaiono dalle prime rilevazioni molto ingenti.

Nel suo discorso, Abe ha ringraziato il mondo per la gara di solidarietà internazionale scattata quattro anni fa in favore delle popolazioni colpite del Giappone settentrionale. Ha inoltre sottolineato il concetto di “Build Back Better”, ossia una strategia volta non solo a ripristinare la situazione esistente prima di un disastro ma a «costruire una società più residente di prima ai disastri». E ha dichiarato che il Giappone mette a disposizione della comunità internazionale le sue conoscenze e tecnologie. Tokyo offrirà circa 4 miliardi di dollari nel giro di 4 anni per rafforzare gli sforzi di prevenzione e gestione dei disastri (infrastrutture comprese) e contribuirà alla formazione professionale di 40mila esperti nel settore.

La Conferenza Onu è volta a sensibilizzare la comunità internazionale sull'esigenza di rafforzare la capacità delle popolazioni dei Paesi particolarmente vulnerabili dal punto di vista dei disastri naturali di resistere alle emergenze e di prevenirle. Un tema che si interseca con quello dei cambiamenti climatici, sui quali quest'anno si terrà un'altra cruciale Conferenza Onu. Questo legame - assieme alla connessione con la lotta alla povertà e al sottosviluppo - è stato sottolineato in particolare dal presidente della Banca Mondiale, Jim Yong Kim: «Senza un migliore disaster risk management sarebbe estremamente difficile conseguire i nostri obiettivi di porre termine alla povertà estrema nel 2030 e di rafforzare una prosperità comune», (Kim ha anche detto, in un intervento alla sala stampa estera di Tokyo, di non essere contrario alla nuova banca di sviluppo AIIB promossa dalla Cina in quanto le necessità di infrastrutture dei Paesi emergenti restano enormi: la Banca Mondiale è pronta a mettere a disposizione la sua esperienza perché il nuovo istituto agisca criteri trasparenti).

VERSO UN DOCUMENTO FINALE. A Sendai la diplomazia giapponese è impegnata a tirare le somme dei fitti negoziati ancora in corso per la Dichiarazione Politica finale e il documento operativo sulla “Strategia Post-2015 per la riduzione rischio disastri”, il cui obiettivo sarà quello di definire una serie di principi e di linee guida in materia, seppur non vincolanti. Ci sono ancora divergenze tra l'ottica dei Paesi avanzati e quella di alcune nazioni emergenti.

Tra gli obiettivi dell'evento figurano altresì la valorizzazione delle esperienze acquisite a livello nazionale e la promozione di accordi regionali nel settore della riduzione rischio disastri, nonché l'individuazione di modalità di revisione periodica dei documenti operativi approvati a Sendai.

L'ITALIA ALLA CONFERENZA - Al vertice partecipano 8 capi di stato e alti rappresentanti governativi di quasi tutte le nazioni del mondo, oltre a esponenti di organizzazioni internazionali e della società civile. La delegazione italiana è guidata dal viceministro degli esteri Lapo Pistelli, e comprende il capo della Protezione Civile Franco Gabrielli.

Fonti italiane indicano che, da una prospettiva nazionale, il tema della riduzione del rischio disastri rappresenta elemento di particolare rilevanza per noi ed ha costituito uno dei temi prioritari del programma del semestre di Presidenza Italiana dell'Unione Europea. E' stato al riguardo coronato da successo il nostro sforzo, in collaborazione con il gruppo di lavoro dell'Ue sulla Protezione Civile (Prociv), di favorire l'approvazione di un testo di conclusioni del Consiglio sulla cooperazione tra autorità del settore umanitario e di protezione civile denominato “Building a new partnership for disaster risk management”.

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