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Quasi sei milioni di israeliani alle urne, in lizza 25 partiti

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in palio i 120 seggi della Knesset

Quasi sei milioni di israeliani alle urne, in lizza 25 partiti

Sono quasi 6 milioni (5.881.696) gli israeliani che domani voteranno nelle elezioni politiche per dare un nuovo governo al paese. In lizza ci sono 25 partiti, comprese molte liste minori, ma quelle che possono aspirare a superare la soglia elettorale di sbarramento (3,25%) sono, secondo gli attuali sondaggi, sostanzialmente 11. In palio ci sono i 120 seggi della Knesset, unica rappresentanza parlamentare del paese, giunta alla sua 20esima legislatura.

A fronteggiarsi sono Likud di Netanyahu e «Campo sionista» di Herzog
Alla vigilia delle elezioni in Israele, è testa a testa tra i due partiti dominanti, con il blocco dell'opposizione di centro-sinistra Unione sionista dato però in vantaggio sul conservatore Likud.

Di seguito i principali partiti che si sfideranno alle urne.

Unione sionista: È la novità delle elezioni 2015, l'alleanza tra i laburisti guidati da Isaac Herzog e il partito centrista Hatnuah di Tzipi Livni. In caso di vittoria, i due leader si alterneranno alla guida del governo per due anni ciascuno. Nella loro campagna elettorale, i due hanno focalizzato l'attenzione principalmente sui problemi economici del Paese, puntando il dito contro l'aumento del costo della vita e i prezzi degli alloggi.

Likud: Partito conservatore al potere negli ultimi 6 anni, la formazione di Benjamin Netanyahu ha puntato tutto sulla sicurezza, battendo il tasto sulla minaccia iraniana, l'avanzata degli jihadisti dell'Isis e il negoziato israelo-palestinese. Fronti contro i quali, ha sottolineato il faro della destra, serve una leadership forte e carismatica che non abbia paura di scontentare l'alleato americano. In questi anni, alleato con la formazione ultra-nazionalista Ysrael Beitenu, ha portato avanti l'espansione delle colonie, con un impasse di fatto dei negoziati con l'Anp, accusata di andare a braccetto con il terrore in seguito all'accordo di governo di unita' nazionale con Hamas che controlla la Striscia di Gaza.

Joint list: Il blocco arabo è la seconda novità del voto di quest'anno, un'alleanza tra i quattro partiti arabo-israeliani, United Arab List, Ta'al, Balad e Hadash, che si sono coalizzati per superare la soglia di sbarramento insolitamente alta (3,25%). Dalle previsioni di voto, potrebbe ottenere 13 seggi, diventando la terza forza in Parlamento. Finora, il blocco arabo ha escluso alleanze con un governo guidato da Herzog (l'opzione Netanyahu non e' neanche presa in considerazione) ma i suoi parlamentare potrebbero comunque dare un fondamentale appoggio esterno.

Yesh atid: Formazione centrista salita alla ribalta nelle elezioni del 2013 quando conquistò a sorpresa 19 seggi. È guidata dall'ex presentatore televisivo Yair Lapid, ministro delle Finanze nell'ultimo governo di Benjamin Netanyahu prima di sganciarsi a dicembre per profonde divergenze d'opinione. Al centro della sua agenda, i temi economici. Lapid è tra i promotori della «condivisione degli oneri» dello Stato con gli ultraortodossi e la fine dei loro privilegi ed eccezioni, a cominciare dalla riforma del servizio di leva.

Kulanu: altra fazione centrista, nata lo scorso anno dall'uscita dal Likud di Moshe Kahlon, ex ministro delle Comunicazioni divenuto popolare grazie alla sua battaglia contro il monopolio nel settore della telefonia mobile. In base alle proiezioni di voto, potrebbe aggiudicarsi oltre 10 seggi, diventando cruciale nella creazione di una coalizione di Netanyahu o di Herzog.

Bayit Hayehudi (Focolare ebraico): Strenuo oppositore alla creazione di uno Stato della Palestina, il partito guidato dal milionario Naftali Bennett è l'alfiere della destra nazionalista e religiosa israeliana e gode di ampio sostegno tra i coloni. I sondaggi lo danno a 12 seggi ed è molto probabile una sua alleanza con il Likud, al quale ha eroso voti a destra.

Ysrael Beitenu: Formazione ultra-nazionalista guidata dal “falco” Avigdor Lieberman, affonda le sue radici principalmente nella comunita' di immigrati dall'ex Unione Sovietica. Al momento, soffre di una forte perdita di popolarità a causa degli scandali di corruzione che l'hanno colpito.

Meretz: Formazione storica della sinistra, è sempre più in difficoltà e lotta per sopravvivere nel timore di una moria di voti a favore dell'Unione Sionista.

Shas: Partito della comunità ultra-ortodossa sefardita, era la quinta formazione per importanza alla Knesset prima che un conflitto al vertice portasse a una scissione. Ne è nato il partito Yahad di Eli Yishai che potrebbe avere 4 o 5 seggi. Il leader, Aryeh Deri, ebreo d'origine marocchina, ha gia' fatto sapere che stringera' un'alleanza con i Likud ma vuole maggiore impegno a favore dei cittadini meno abbienti, in particolare quelli non-askenazi.

United Torah Judaism: Rappresentanza della comunità askenazita, la sua scelta a favore di una coalizione o di un'altra si basera' sulle offerte avanzate ma anche su quali saranno gli altri alleati.

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