Il Parlamento greco, favorevole anche il primo partito di opposizione Nea Demokratia, ha approvato il disegno di legge del governo Tsipras «per fronteggiare la crisi umanitaria» che affligge il paese, in profonda crisi economica e finanziaria. È una sfida al parere contrario dei tecnici della Commissione Europea. Le misure, che dovrebbero costare complessivamente circa 200 milioni di euro, prevedono buoni pasto a circa 300mila persone. Altre 30mila famiglie a cui era stata tolta la corrente elettrica dovrebbero tonare a beneficiare di forniture gratuite per un certo ammontare ogni mese.
La coalizione rosso-nera al governo (Syriza, partito del premier, più i Greci Indipendenti) ha deciso, insomma, di procedere come da programma lungo la propria strada. Il quadro ha ovviamente innervosito i mercati: oggi il rendimento del bond decennale greco è tornato sopra l’11% mentre in un’asta di titoli a breve da 1,3 miliardi di euro i rendimenti sono rimasti fermi al 2,7% contro il 2,5% di febbraio. La Borsa di Atene ha registrato un nuovo scivolone (-4,13%).
Moscovici: non contrari, ma Atene deve consultare le istituzioni
«Non è vero che la Commissione europea sia contraria alle misure umanitarie» che vuole prendere il governo greco nei confronti delle fasce della popolazione più colpite dalla crisi e dalle misure d'austerità, ha commentato oggi a Bruxelles il commissario Ue agli Affari economici Pierre Moscovici, riferendosi agli articoli che hanno raccontato come Declan Costello, capo-missione della Commissione Ue nel gruppo delle istituzioni creditrici (ex troika) per la Grecia (Costello è capo del direttorato per gli affari economici e finanziari) abbia posto un veto. La ragione espressa da Costello in una lettera all’esecutivo greco è che, approvando il disegno di legge, la Grecia avrebbe violato l’impegno preso all’Eurogruppo del 20 febbraio di non assumere decisioni unilaterali.
Dopo aver rinnovato la sua «piena fiducia» in Costello, Moscovici ha insistito: «Noi appoggiamo l'obiettivo del governo greco di sostenere le fasce più vulnerabili colpite dalla crisi, non è questione di porre il veto a queste misure, di cui si è parlato anche durante l'incontro del premier Alexis Tsipras con Jean-Claude Juncker», il presidente della Commissione, venerdì scorso a Bruxelles. Tuttavia, ha spiegato il commissario, «Costello ha sottolineato che c'è un accordo quadro firmato fra la Grecia e l'Eurogruppo il 20 febbraio scorso, che dice che Atene deve consultare le istituzioni, Fmi, Bce e Commissione, su tutte le nuove misure che decide, perché dobbiamo poter valutarne l'impatto sul bilancio pubblico».
«La Commissione vuole essere una forza costruttiva che lavora nell'interesse generale dell'Ue e del popolo greco», ha aggiunto il commissario, ribadendo che «un'uscita della Grecia dall'euro sarebbe un danno più che serio non solo dal punto di vista economico, ma anche politico», e che «non esiste un piano B a cui ci staremmo preparando» che preveda un tale scenario.
Vertice ristretto improvviso convocato al summit Ue
I nuovi eventi hanno indotto a cercare di tornare il prima possibile a uno stato meno conflittuale dei rapporti. Del resto, è in corso un già difficile negoziato per l’erogazione dell’ultima tranche di aiuti (7,2 miliardi di euro, ma c’è chi dice anche meno, forse 1,9 miliardi, in cambio di alcune riforme certe) inclusi nel secondo piano di salvataggio. Il tutto per evitare che le casse dello Stato ellenico rischino di essere vuote già a marzo. Così, sembrava che la Grecia non dovesse essere oggetto di discussione alla due giorni del Consiglio europea di domani e venerdì. E invece domani sera dopo la prima giornata del summit Ue si terrà un incontro ristretto sull'attuazione del programma di riforme della Grecia.
Parteciperanno il presidente del Consiglio Ue, Donald Tusk, della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, il premier greco, Alexis Tsipras (atteso a Berlino il 23, prima di un incontro con Putin l’8 aprile), la cancelliera tedesca, Angela Merkel, il presidente francese, François Hollande, il numero uno della Bce, Mario Draghi, e dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem. Intanto il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, sui colloqui in corso fra la Grecia e i suoi creditori internazionali sull'attuazione delle riforme all'interno programma europeo di sostegno finanziario ha dichiarato: «Sono preoccupato e non soddisfatto dei progressi degli ultimi giorni. Vorrei che tutte le parti facessero dei passi avanti».
Schaeuble: il tempo per la Grecia sta finendo
Il tempo per la Grecia sta finendo ed è sempre più difficile trovare delle soluzioni condivise, ha insistito il ministro delle finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, parlando in conferenza stampa a Berlino. «La Grecia ha la possibilità di raggiungere un accordo riguardo ai termini dell'attuale programma di aiuti - ha detto il ministro - ma tutti quelli che sono coinvolti nella questione hanno l'impressione che il tempo per la Grecia stia finendo perché ci sono certamente delle difficoltà». Schaeuble ha anche smentito di essere stato scortese con il ministro delle finanze greco, Yanis Varoufakis. «Non sono a conoscenza di alcuna affermazione scortese da parte mia verso politici greci», ha precisato Schaeuble.
Target 2, esposizione in crescita
Intanto l'esposizione della Banca centrale greca nei confronti del sistema di compensazione europeo Target 2 è salita di nuovo in febbraio: come annunciato dalla Banca centrale ellenica, il dato aumenta di 15,16 miliardi a 91,16 miliardi dopo il forte aumento registrato in gennaio, in concomitanza con le elezioni politiche, quando l'incremento era stato di 26,67 miliardi. Il dato registra gli squilibri fra le diverse aree dell'Eurozona con i Paesi nella parte mediterranea dell'area in deficit di finanziamento e quelli a nord in surplus. I crediti della Bundesbank, la Banca centrale tedesca, verso il sistema Target2 sono rimasti praticamente invariati in febbraio. (Al.An.)
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