La Banca centrale europea ha respinto una proposta del suo braccio operativo della vigilanza di vietare alle banche greche di aumentare le loro partecipazioni del debito pubblico a breve termine, per le preoccupazioni che una tale mossa avrebbe potuto mettere in pericolo i negoziati politici in corso tra Atene e Troika.
Il meccanismo di vigilanza unico, il nuovo organo di vigilanza bancaria della Bce, avrebbe voluto mettere un tetto agli acquisti di buoni del tesoro nazionali delle banche greche, una fonte di finanziamento fondamentale per il governo Tsipras che è a corto di liquidi. La notizia è stata diffusa dai funzionari della zona euro che hanno parlato con la Bloomberg.
Mentre le autorità di vigilanza sono preoccupate per il rischio di default che queste attività portano con sè, il Consiglio direttivo della Bce ha bocciato la proposta perché avrebbe potuto ostacolare i già complessi negoziati tra Troika e Atene.
Il presidente della Bce Mario Draghi parteciperà questa sera ai colloqui ristretti tra la dirigenza politica della Grecia, il presidente francese Francois Hollande e il cancelliere tedesco Angela Merkel e i rappresentanti europei di commissione, consiglio ed eurogruppo. Draghi deve trovare un difficile equilibrio tra il rispetto delle regole e cercare di non peggiorare ulteriormente la situazione finanziaria della Grecia.
L'SSM, il Single Supervisory Mechanism, guidato da Daniele Nouy, ha spinto le banche della Grecia a non acconsentire alle richieste del governo ellenico di acquistare buoni del Tesoro in modo illimitato. Insomma vorrebbe tagliare quel legame tra debito sovrano e debito che in passato a fatto esplodere cinque crisi del debito in Europa.
Crisi di liquidità
La Grecia ammette di essere ormai alle prese «con un problema di liquidità». Lo ha detto il vice-premier greco, Yanis Dragasakis, alla stazione televisiva greca Alpha, spiegando che la Grecia, per poter rispettare i suoi impegni finanziari, «ha bisogno di un buon rapporto di cooperazione con i suoi partner». Se «tutte le istituzioni non dovessero svolgere il loro ruolo», per la Grecia «ci sarebbe un problema». Secondo Dragasakis, al momento tra Atene e i partner europei è in corso «una guerra di comunicazione» sulle diverse interpretazioni degli eventi. Gli accordi presi con l'Eurogruppo a fine febbraio «a qualcuno non sono piaciuti», ha detto il vice-premier ellenico, e sono stati, quindi, «interpretati in modo distorto» da alcune delle parti in causa che hanno riportato sul tavolo vecchie richieste al Governo greco.
Aumenta il tetto dei prestiti d’emergenza Ela
La Bce ha dato via libera a un aumento di circa 400 milioni della liquidità d'emergenza (Ela) erogata dalla banca centrale greca alle banche elleniche, portando il totale a circa 70 miliardi. Lo riferiscono fonti vicine alla situazione. La Grecia aveva chiesto un esborso maggiore. La Bce sta erogando l'Ela attenendosi strettamente all'andamento dei depositi bancari, con l'obiettivo di non favorire la sottoscrizione di titoli governativi a breve, vista da alcuni governatori come finanziamento monetario.
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