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Tunisi, i jihadisti del museo del Bardo addestrati in Libia

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A TUNISI cortei anti-califfato

Tunisi, i jihadisti del museo del Bardo addestrati in Libia

Google Tunisia celebra oggi la 59esima festa dell'indipendenza della Tunisia mettendo in homepage un doodle rosso con la mezzaluna e la stella della bandiera nazionale. A due giorni dalla strage terroristica al museo del Bardo di Tunisi - ultimo bilancio: 21 morti, oltre ai due terroristi e 47 feriti - sono previste oggi nella capitale nuove manifestazioni contro il terrorismo e per l'anniversario della repubblica. Un Paese che sembra voler reagire in tutti i modi all’aggresione barbara del terrorismo.

Dalle indagini risulta che i terroristi si sono addestrati in Libia, dice il segretario di stato tunisino alla sicurezza Rafik Chelly, cosa che fra l’altro era stata già detta da alcuni analisti citati da Al Jazeera. Si tratta - spiega il funzionario tunisino - di «due elementi salafiliti tafkiri. Hanno lasciato clandestinamente il paese a dicembre scorso per la Libia e per formarsi lì alle armi» prima di tornare in Tunisia per realizzare l'attentato in cui sono morte 21 persone, tra le quali 20 turisti.

L'Isis mette il suo sigillo sulla strage: anche se probabilmente non è sua diretta responsabilità ma usa i fatti di Tunisi per fare propaganda e lancia un avvertimento che Roma percepisce con allarme, a partire dal presidente Sergio Mattarella. «Non abbiamo molto tempo», dice il presidente della Repubblica, di fronte a un'offensiva terrorista che nelle stesse ore minaccia: «Siamo solo all'inizio» e fa girare sui social la foto di una vittima italiana definita un «crociato schiacciato dai leoni del monoteismo».

È paura in tutto il Grande Maghreb, da una Tunisia sotto choc fino a quella Libia in fiamme nella quale si sono addestrati Abu Zakaria al Tunisi e Abu Anas al Tunisi, salutati dalla rivendicazione islamista come i martiri che hanno fatto scendere «la prima goccia di pioggia» della tempesta terrorista. Per la polizia i due attentatori sono Yassine Laabidi, originario di Ibn Khaldoun, e Hatem Khachnaoui, di Kasserine, sparito da tre mesi.

Tutto è collegato, il Grande Maghreb in particolare modo, soprattutto ora. I negoziati di pace tra i due parlamenti che si contendono il controllo della Libia, in agenda oggi in Marocco, riprenderanno domani.

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