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Grecia, nuova fuga dalle banche: 90 miliardi di depositi usciti…

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atene in cerca di liquidità

Grecia, nuova fuga dalle banche: 90 miliardi di depositi usciti dall'avvio della crisi (e mai rientrati)

Chi pensa che sulla Grecia si possa trovare una soluzione definitiva rischia una grande illusione. Più probabile che la crisi continui a procedere come un fiume carsico. Una boccata d'ossigeno per tamponare crisi di liquidità, qualche mese di tregua e poi via una nuova ondata, un nuovo tavolo di confronto con l'Europa sempre alla ricerca di soluzioni che finora si sono dimostrate soluzioni-tampone che non hanno mai determinato un riequilibrio effettivo dei conti pubblici di Atene. Ovvio che in questo contesto, la sfiducia finisca per prendere il sopravvento. E quella sfiducia è evidente nella continua fuga di correntisti dalle banche elleniche.

Certo le condizioni di base non sono quelle della prima crisi di Atene che diede vita a una fuga eclatante dei depositanti che sono culminati nel settembre 2012 in una emorragia di ben 90 miliardi di soldi sottratti dai conti correnti, oltre il 30% dello stock totale. Da allora il sistema si è stabilizzato ma non ripreso. I volumi dei depositi sono risaliti da allora di soli 15 miliardi. E la nuova fiammata di tensione ha fatto uscire dai conti correnti almeno 3 miliardi nelle settimane di acuzie, cui si sono aggiunti un'altra decina di miliardi nei giorni scorsi, tali da azzerare di nuovo il saldo di quel recupero dalla prima crisi . Se le cose dovessero precipitare la fuga dalle banche potrebbe riprendere vigorosamente corpo, facendo ricollassare l'intero Paese.

Gli effetti di quella fuga mai colmata sono stati devastanti. Le pericolanti banche greche non solo hanno dovuto attingere ai rubinetti della Bce per ben 160 miliardi per sopravvivere, ma hanno dovuto drasticamente tagliare gli impieghi per un centinaio di miliardi. Ecco il cortocircuito che ha aggravato la già traballante economia ellenica. Ora il fabbisogno da Francoforte è sceso a 60 miliardi e le banche greche hanno ricominciato a approvvigionarsi sul mercato interbancario. Ma basterebbe molto poco, un passo falso di troppo per far riesplodere il bubbone. Nuova potente fuga dai conti, mercato interbancario di nuovo congelato e nuova richiesta di assistenza. Una via oggi difficilmente ripercorribile come allora. Ma non solo. Le banche greche sono solo apparentemente sicure: nonostante il taglio dei prestiti, la recessione ha portato un fardello enorme nei conti.

Solo le quattro principali banche hanno in pancia tuttora sofferenze pari in media al 30% del totale degli impieghi. Difficile credere che ci possa essere un prodigioso rientro dei crediti inesigibili da molti anni, nel breve termine . E allora quei bilanci andranno incontro nei prossimi mesi a nuove perdite per le rettifiche sempre rimandate, ma prima o poi da effettuare. Per le banche elleniche è più di una fatica di Sisifo. Stanno in piedi grazie alla liquidità di emergenza della Bce, ma a ogni nuovo scrollone ecco palesarsi nuove fughe di depositanti, in un carosello senza fine, drammatico e infinito.

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