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Se Pechino punta 100 miliardi sull'Italia

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LA CAMPAGNA CINESE

Se Pechino punta 100 miliardi sull'Italia

Quindici anni fa le grandi società cinesi in Italia si contavano sulle dita di una mano. Conglomerate statali con sedi commerciali, nulla di più. Siti produttivi, zero. Ora l'Italia è invece il primo Paese europeo su cui la Cina investe. Le attività cinesi erano quelle degli immigrati dal Fujien e dallo Zheijiag: ristoranti, società di import-export, small commodities, abbigliamento e affini. Se qualcuno avesse detto che la Banca centrale cinese stava rastrellando sul mercato azioni blue chip si sarebbe pensato a uno scherzo.

E, invece, in pochi mesi, di recente, Zhou Xiaochuan, il Governatore che sostiene di aver immobilizzato in Italia almeno 100 miliardi in asset tra partecipazioni e investimenti finanziari, ha superato il 2% in Eni, Enel, Prysmian, Mediobanca, Generali, Fiat, Telecom, più facile dimostrare chi non c'è, in ossequio a una strategia precisa: privilegiare la diversificazione dell'investimento valutario, spostando qualche granello delle riserve - 3mila miliardi di dollari - dai certificati di deposito americani ad altri asset.

Colpi come Ansaldo energia-Shanghai electric e State Grid- Cassa depositi e prestiti-Reti hanno dato una scossa imprimendo un'accelerazione che ha portato l'Italia al primo posto nel 2014 per gli investimenti cinesi: è stata il primo mercato dell'Eurozona, con ben 2,490 miliardi nell'energia, 598 milioni nei macchinari industriali, a seguire nel settore alimentare e agrobusiness 50 milioni e nei prodotti di consumo 32. Gli investimenti diretti cinesi erano quasi inesistenti fino al 2004, poi la media è stata di poco meno di 1 miliardo all'anno. A partire dal 2009 i flussi d'investimento sono triplicati a quasi 3 miliardi, prima di triplicare ancora nel 2010 oltre i 10 miliardi. Tanto per favore un paragone, in totale dal 2009 i flussi d'investimenti cinesi in Europa sono stati di 55 miliardi.

Oggi questa cinese è una realtà consolidata e l'arrivo in massa di altre banche cinesi oltra alla storica Bank of China che ha due filiali, Icbc in fase di raddoppio, China construction bank, Agricoltural bank sta a testimoniare il cambio di passo. Ieri durante il China Development Forum Tian Guoli il numero uno di Bank of China ha detto che il QE sarà un grande vantaggio per queste realtà cinesi. In contemporanea, aggiungiamo noi, un euro che in un anno ha perso un quarto del valore sul renminbi incentiverà ulteriori mosse da parte di Pechino. Per non parlare del gran numero di aziende a contenuto tecnologico acquistate da cinesi con M&A di aziende ad alto valore aggiunto trattori per l'agroindustria, pompe idrauliche. Oggi Snam entra nel mercato cinese con PetroChina ma anche per operare su mercati terzi.

C'è di più: la tanto vagheggiata mossa del Cic, il fondo sovrano cinese potrebbe verificarsi quest'anno, con l'ingresso come azionista in Cassa, il nostro fondo sovrano, sempre per le infrastrutture, quindi dentro F2i. La sleeping beauty europea si è svegliata, dal 2000 In Italia nel periodo 2000 – 2014 gli investimenti cinesi italiani si sono concentrati principalmente nei seguenti tre settori: nell'energy con 2,660 miliardi di dollari, nel settore dei macchinari industriali con 835 milioni e nel settore automotive con 600 milioni. Seguono i prodotti e servizi di consumo con 191 milioni, l'IT con 101 milioni, il real estate con 68 milioni e il settore alimentare e agricoltura con 51 milioni.

La tipologia di operazioni di M&A è cambiata negli ultimi cinque anni, una delle più rilevanti tendenze è la crescita delle piccole e medie operazioni di M&A realizzate spesso da investitori finanziari che però si affianca ai megadeal, come quello in corso tra Pirelli e China Chem. La flessione del mercato interno cinese nel 2013 e 2014, e il boom dei viaggi dei cinesi all'estero nello stesso periodo - per ragioni di turismo, studio ed emigrazione – stanno spingendo, adesso, sull'immobiliare. Se i cinesi di Insigma sono rimasti a bocca asciutta con i treni di Ansaldo breda di Finmeccanica finiti ai giapponesi, in Italia ci sono grandi societa come Huawei Hisense Haier. E la moda? Fosun è entrata in Caruso, e domani, a Pechino, sfila Marisfrolg che, per chi non lo sapesse, è il marchio di ZhuChongYun, l'imprenditrice di Shenzhen che ha comprato Krizia. Anche nella moda, è solo l'inizio.

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