TOKYO – L'India si avvia a diventare la superstar mondiale della crescita economica, superando sempre più nettamente i tassi di espansione della Cina. È la previsione più interessante contenuta nell'ultimo Outlook dell'Asian Development Bank, che nel complesso, per l'Asia emergente, prevede la conferma per quest'anno e per l'anno prossimo del tasso di crescita medio del 6,3% registrato nel 2014.
Mentre però la Cina frenerà probabilmente l'espansione al 7,2% quest'anno (dal precedente 7,4%) e al 7% nel 2016, l'India – nell'annata al marzo 2016 – dovrebbe accelerare la crescita al 7,8% dal precedente 7,4%, e continuerà la sua corsa fino a un impressionante +8,2% nell'annata 2016 (a tutto marzo 2017).
Il sorpasso avviene in quanto il governo Modi è nella fase iniziale della «rimozione delle strettoie strutturali», il che sta «rafforzando la fiducia degli investitori», mentre l'ulteriore avanzata ancora più rapida sarà agevolata da un «allentamento della politica monetaria» e da un «rialzo degli investimenti di capitale».
Nell'area del Sud-est asiatico la crescita media dovrebbe accelerare quest'anno al 4,9% (da 4,4%) e al 5,3% nel 2016, trainata da Indonesia e Thailandia.
Oggi, tra l'altro, il presidente indonesiano Joko Widodo ha concluso la sua visita a Tokyo, durante la quale ha rinsaldato i legami con il Giappone a più livelli. Tokyo offrirà prestiti per 140 miliardi di yen (circa 1,2 miliardi di dollari) per la costruzione di un sistema di trasporto urbano rapido a Giakarta. Il premier Shinzo Abe ha parlato di «rafforzamento della partnership strategica» con la principale economia del Sud East asiatico. È stato concordato anche il lancio di un “Forum marittimo” bilaterale per rafforzare la cooperazione nella sicurezza dei mari e garantire l‘assistenza nipponica allo sviluppo delle infrastrutture portuali e delle capacità della guardia costiera.
“Jokowi”, comunque, gioca su più tavoli: domani sarà a Pechino per un summit con il presidente Xi Jinping. È chiaro che Giakarta intenda bilanciare i suoi rapporti con le due principali economie asiatiche al fine di accedere a investimenti e risorse tecnologico-finanziarie alle migliori condizioni.
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