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Tunisi, catturata la «mente» dell’attacco al Bardo

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svolta nelle indagini

Tunisi, catturata la «mente» dell’attacco al Bardo

Svolta nelle indagini sull'attentato al museo del Bardo costato la vita a 21 persone, tra cui quattro italiani. La mente dell'attacco, il leader del gruppo terroristico che ha scatenato l'inferno nel cuore di Tunisi, è stato arrestato. E sembra rafforzarsi sempre di più la pista dei legami con l'Isis. Il capo della cellula dietro la strage di mercoledì scorso, secondo le prime indiscrezioni, è un tunisino che abitava in Belgio.

Mentre continua la fuga del terzo attentatore, Maher Ben Mouldi Gaidi, tutti gli altri appartenenti al gruppo che ha portato a termine l'attacco del Bardo sono stati identificati o già arrestati, annunciano le autorità tunisine.

Si tratta di sedici persone, appartenenti alla brigata tunisina Okba Bin Nafaa, guidata dall'algerino Lokman Abou Sakher, che pochi mesi fa avrebbe dichiarato fedeltà al Califfo al Baghdadi, dopo essere stata affiliata ad Al Qaida per il Maghreb islamico. Brigata con compiti precisi e suddivisa in quattro sottogruppi: il primo con il ruolo di individuare obiettivi e reperire informazioni utili; il secondo incaricato della logistica, fornitura di armi e di esplosivi, il terzo dedito all'azione vera e propria; il quarto incaricato di filmare l'attentato e metterlo poi in rete nella fase della rivendicazione dell'azione terroristica.

Primi risultati concreti per l'unità di crisi sulla sicurezza creata dal premier Habib Essid il giorno dopo l'attentato e da allora al lavoro 24 ore al giorno. Le misure di vigilanza sono state rafforzate un po' ovunque, specie nelle grandi città e non solo nei confronti degli obiettivi sensibili e cio' per garantire maggior sicurezza ai cittadini.

Oggi il Consiglio dei ministri ha approvato il testo della nuova legge antiterrorismo da sottoporre al voto del Parlamento. Non solo, 40 asili, spesso luogo di indottrinamento religioso non autorizzato, sono stati chiusi perché non avevano i permessi necessari e 187 moschee costruite senza autorizzazione nel 2011 sono state censite dal ministero degli Affari religiose.

Oggi poi è arrivata la decisione del tribunale amministrativo di cacciare l'imam della moschea Zitouna di Tunisi, Houcine Labidi, da tempo in contrasto con i vertici del ministero. Ma le resistenze da vincere sono ancora molte, se e' vero che ancora due radio estremiste continuano a trasmettere nel Paese nonostante il divieto dell'Autorità indipendente dell'audiovisivo.

Insomma una lotta che si presenta ancora lunga e difficile e che ha bisogno del supporto internazionale. L'Europa ha già detto che aumenterà la propria cooperazione antiterrorismo con la Tunisia, e l'Alto rappresentante per la politica estera europea Federica Mogherini sarà in Tunisia la prossima settimana insieme con il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk. Così come l'Italia, che dopo la visita del capo del ministro Paolo Gentiloni di ieri, sarà presente alla grande marcia internazionale di domenica prossima. La speranza delle autorità tunisine è che sotto lo slogan “Le monde est Bardo” sfileranno nella capitali leader dal tutto il mondo, tra cui il presidente francese Francois Hollande.

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