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Braccio di ferro tra Atene e Troika sull’elenco di riforme in cambio…

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CONTO ALLA ROVESCIA

Braccio di ferro tra Atene e Troika sull’elenco di riforme in cambio degli aiuti

Continua il braccio di ferro tra Atene e il Brussels Group, il nuovo nome della Troika, in rappresentanza dei creditori internazionali. Ma lo scenario peggiore, quello che vede Atene senza liquidità entro metà mese di aprile, si avvicina sempre di più senza un chiaro segnale di una intesa in vista che possa consentire il rilascio dell’ultima tranche di prestiti da 7,2 miliardi di euro, o almeno di una sua rata.

Atene finora ha offerto poco ai creditori e non ha dimostrato di voler fare quell’inversione che passa dalle promesse elettorali alla gestione reale del Paese: aumento dell'Iva, ma solo nelle isole greche a vocazione prettamente turistica, mantenimento della tassa sugli immobili, che in campagna elettorale Alexis Tsipras aveva invece promesso di abolire per i piccoli proprietari, lotta all'evasione fiscale, privatizzazioni. Sono questi alcuni dei punti della lista che il governo di Atene avrebbe presentato ai creditori del Brussels Group per ottenere nuove linee di finanziamento. I contenuti emergono in modo impreciso e frammentato perché è la stessa lista, stilata in greco, che rimane ancora nebulosa ed estremamente vaga. Una strategia? Ma è evidente che Atene sta giocando con il fuoco.

I metodi di trasmissione all'Unione europea e ai tecnici dell'ex Troika sono stati infatti decisamente poco convenzionali e le misure che il governo Tsipras si propone di adottare sembra siano state comunicate in modo disorganico e disordinato da funzionari poco informati e inesperti. Al momento il menu greco sembra comunque suddiviso in 18 punti.

Il primo riguarda proprio il mantenimento della tassa sulla proprietà, l'Enfia (equivalente all'Imu in Italia), che Syriza aveva invece promesso di sostituire con una tassa solo sui grandi patrimoni immobiliari. L'Iva, già cresciuta in questi anni di austerità, dovrebbe aumentare ulteriormente, ma non sui beni alimentari e comunque solo nelle isole, nonostante l'iniziale contrarietà del ministro delle Finanze Yanis Varoufakis. A un ripensamento il governo è stato costretto anche sulle privatizzazioni. Nella famosa lista rientrerebbe ad esempio quella - parziale al 66% - dell’Agenzia del porto del Pireo da cui il governo stima di ottenere 500 milioni. Lotta all'evasione, controlli sui capitali all’estero grazie alla lista Lagarde, cioè la lista Falciani, stretta sul mercato nero dei carburanti e sul trasferimento di soldi all'estero sarebbero gli altri punti, ai quali si aggiungerebbero anche il congelamento delle pensioni anticipate e il consolidamento dei fondi pensione, oggi ramificati in decine di piccole realtà. Ufficialmente, il governo Tsipras ha inoltre annunciato di essere pronto a valutare eventuali offerte per la ricerca di idrocarburi onshore nell'ovest del Paese.

Merkel mediatrice
La Germania sta operando in modo da mediare con finlandesi, spagnoli e portoghesi. «Stiamo lavorando per far restare la Grecia nell'euro», ha detto la cancelliera tedesca, Angela Merkel, ai giornalisti a Helsinki aggiungendo che gli esempi di Irlanda e Portogallo dimostrano come la strategia dei salvataggi funzioni. Merkel - riferisce Bloomberg - ha spiegato che la sua politica nei confronti di Atene non è dettata dall'opinione pubblica tedesca, ma che le sue decisioni dipendono da «quanto la Grecia può e vuole impegnarsi per soddisfare le nostre aspettative».

Improbabile Eurogruppo in settimana
È improbabile che questa settimana il governo greco e le istituzioni creditrici facciano progressi sufficienti sul piano delle riforme per poter convocare un Eurogruppo straordinario prima di Pasqua. È quanto spiega una fonte europea, mentre continuano i colloqui a livello tecnico sul piano di riforme che Atene deve presentare nell'ambito dell'estensione di quattro mesi del programma europeo di aiuto finanziario. Al momento il governo greco non ha inviato alcuna lista a Bruxelles, ha spiegato la fonte. Quello su cui finora si è discusso sono «contributi, pezzi di carta», che insieme rispondevano a tutti i parametri richiesti da parte delle istituzioni dell'ex Troika. «Una lista di riforme vera e propria non c'è e arriverà solo al termine del processo» delle trattative del Bruxelles Group, formato da governo greco, Commissione Ue, Bce, Fmi e Efsf. Una volta presentata la lista dovrà essere esaminata dallo Euro Working Group, l'organo che prepara l'Eurogruppo e che è formato dai rappresentanti degli Stati dell'area euro, della Commissione Ue e della Bce. Poi l'esame definitivo delle riforme spetterà all'Eurogruppo.

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