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l’analisi

Bruxelles preme su Tsipras per un governo centrista che accetti la “pillola” dell'austerità

Bruxelles sta premendo su Atene perché Alexis Tsipras diventi un “premier e non il leader del partito radicale di Syriza”. In altre parole affinché il premier greco scarichi le frange più estreme di Syriza e apra a una coalizione più centrista e moderata che possa così accettare un compromesso sulle riforme che prevedano altri tagli sociali e sacrifici a pensionati e dipendenti in cambio dei 7,2 miliardi di euro ancora in sospeso da agosto dell'anno scorso. Una posizione che rischia di far saltare il tavolo delle trattative.

Molti rappresentati dell'Ue, inclusi alcuni ministri delle Finanze dei paesi nordici, avrebbero suggerito in conversazioni private, - riporta il Financial Times - che solo una decisione del premier Alexis Tsipras di 'scaricare' l'ala dell'ultra sinistra del suo partito Syriza potrebbe rendere un accordo sul salvataggio possibile.

L'idea che circolerebbe con insistenza è quella - mette in evidenza il Financial Times - che Tsipras formi una nuova coalizione con il tradizionale partito di centro sinistra Pasok, oggi ridotto al lumicino, e con il nuovo partito di centro sinistra To Potami, contro cui si è battuto nelle elezioni di gennaio. Per Syriza il nuovo partito “to Potami”, il Fiume, invece è una formazione che non accetterebbe di combattere gli interessi consolidati, soprattutto nel settore delle licenze dei media televisivi, che il governo si propone di rivedere a breve.
“Tsipras deve decidere se vuole essere premier o leader di Syriza”, ha affermato un rappresentante europee con il Financial Times. “Questo governo” in Grecia “non può sopravvivere”, aggiunge un rappresentante di un ministro dell'Economia dell'area euro.

I rappresentati europei insistono sul fatto che non stanno cercando di forzare un cambio di governo. Ma ammettono anche - riporta il Financial Times - la loro frustrazione per la mancata scelta di Tsipras fra la piattaforma di sinistra che chiede una bocciatura del piano di salvataggio e un approccio più pragmatico, che includerebbe potenziali alleati centristi in parlamento”. Le voci stanno rinfocolando le polemiche sul rapporto tra il rispetto della volontà nazionale, espressa nel voto politico, e gli obblighi con i creditori internazionali e gli organismi europei a cui un paese si lega con dei Trattati.

Il ministro delle Finanze greco, Yanis Varoufakis, in realtà, sta trattando con il Fondo monetario sulla possibilità di rinviare a tempi migliori due temi più spinosi e difficili da far digerire alla sinistra di Syriza: un nuovo taglio alle pensioni sul tema dei prepensionamenti e il passaggio accelerato dal sistema retributivo, che ancora sopravvive in alcuni fondi speciali, a quello contributivo; una nuova legislazione che renda più facili i licenziamenti collettivi e la messa in soffitta provvisoria dell'aumento del salario minimo. Il ministro greco delle Finanze, Varoufakis, inoltre ha detto di volere raggiungere un'intesa preliminare con i creditori alla riunione dell'Eurogruppo il 24 aprile, come riferisce il quotidiano economico “Naftemporiki”.

In cambio Atene, il cui premier si recherà a Mosca per vedere Vladimir Putin l'8 aprile, promette di rimborsare il Fondo Monetario Internazionale il prossimo 9 aprile, come previsto. Christine Lagarde incassa le rassicurazioni del ministro delle Finanze greco, Yanis Varoufakis, volato a Washington, dove nelle prossime ore incontrerà esponenti del Tesoro americano, preoccupati che la crisi greca e una sua possibile uscita dall'euro possa di nuovo far deragliare la timida ripresa in atto in Europa. Washington è preoccupata dalla politica estera di Atene che si avvicina sempre di più alle esigenze di Mosca in tema di sanzioni per la crisi ucraina. Mosca potrebbe togliere il divieto di import per alcuni prodotti agricoli, come kivi e pesche, dalla Grecia. Un segnale di distensione verso Atene e a tutti coloro che si dimostreranno più sensibili alle esigenze russe.

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