Mondo

Tragedia Airbus: perché la verità è trapelata poche ore…

  • Abbonati
  • Accedi
le registrazioni della scatola nera

Tragedia Airbus: perché la verità è trapelata poche ore dopo lo schianto

  • –di Si.Spe.

Sono bastate poche ore perché trapelasse la verità sulla tragedia dell'Airbus Germanwings sulle Alpi francesi. Ma la velocità con cui sono state diffuse le registrazioni della scatola nera è assolutamente «anomala» secondo Riccardo Canestrari, comandante da anni degli A320 e coordinatore nazionale piloti dell'Anpac, l'associazione professionale dei piloti e degli assistenti di volo.

«In questi casi - spiega - c'è un protocollo da osservare: la prassi vuole che si confrontino i dati di entrambe le scatole nere, ma esige anche regole investigative di approfondimento e riservatezza». Invece, poche ore dopo schianto, la ricostruzione della dinamica era già stata diffusa dal New York Times e poi, a seguire, dai media di tutto il mondo.

Una tesi confermata, da lì a poco, anche dal procuratore di Marsiglia, mentre si rincorrevano i resoconti di quegli otto minuti prima del crash: il copilota che punta giù verso le montagne mentre il comandante rimasto fuori della cabina urla per farsi aprire la porta, i passeggeri ignari fino all'ultimo istante del crash.

Necessario il confronto delle due scatole nere
Un sistema articolato di registrazioni, quello a bordo degli aerei, che prevede l'utilizzo di due “scatole nere”: una scatola registra l'audio, ad esempio le conversazioni ed i rumori all'interno della cabina di pilotaggio, le chiamate agli assistenti di volo e gli annunci dati ai passeggeri. L'altra scatola nera, denominata “digital flight recorder”, registra invece tutta la parte dati dei sistemi di bordo e i dati di volo.

Quando avviene un incidente, in particolare quando il raggio in cui ritrovare il relitto è molto ampio, il problema principale è proprio il recupero delle scatole nere. Nel caso del Germanwings, invece, l'area di riferimento per le ricerche dei resti era molto più ristretta, dunque il compito era “facilitato”. Ma la velocità con cui stavolta sono stati resi noti i dati delle registrazioni è un fatto straordinario, «segno di un protocollo non osservato».

Gli Airbus prodotti a qualche centinaio di chilometri dal luogo dello schianto
C'è da dire che la tesi della “volontarietà” dello schianto, pur se solleva inquietanti interrogativi sui test effettuati sui piloti, è comunque più rassicurante rispetto all'ipotesi di attacco terroristico, ma soprattutto è più rassicurante rispetto a un eventuale problema tecnico, sopraggiunto all'ultimo momento sull'Airbus, il gigante dei cieli che viene prodotto nella fabbrica di Tolosa. Guarda caso, a poco più di 400 chilometri a ovest del luogo dove è avvenuto lo schianto.

© Riproduzione riservata