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cento anni dopo

Armeni, Obama parla di «massacro». Il Parlamento Ue: la Turchia riconosca il genocidio

Anche Washington si unisce alla presa di posizione del Papa sulla questione armena. «Il presidente (Obama) e altri alti esponenti dell'amministrazione hanno più volte riconosciuto come un fatto storico che 1,5 milioni di armeni furono massacrati negli ultimi giorni dell'impero ottomano e che un pieno,franco e giusto riconoscimento dei fatti è nell'interesse di tutti». Così la portavoce del Dipartimento di Stato Usa Marie Harf.

Inoltre hacker turchi hanno ripetutamente attaccato il sito web del Vaticano nella notte tra lunedì e martedì in seguito alle parole di Papa Francesco sul “genocidio” degli armeni, mettendolo fuori uso per ore, fino a quando ieri mattina il servizio è stato infine ripristinato. Lo scrive il sito web The Hill, specializzato nella politica Usa, secondo cui un hacker turco ha poi rivendicato l'azione, chiedendo al Papa di ritirare i suoi commenti. La notizia di The Hill è stata ripresa anche dal Washington Post, che cita anche il sito TechWorm secondo cui l'hacker che ha rivendicato l'azione, via Twitter, si definisce THTHerakles e ha annunciato che continuerà ad attaccare il sito www.vatican.va se il Vaticano non diffonderà delle scuse ufficiali.

Nel frattempo, la Turchia di Erdogan non non ha abbassato i toni della aspra polemica innescata con il Vaticano dopo le parole di domenica di Papa Francesco. Ieri è sceso in campo con toni molto duri, in prima persona, il presidente della Repubblica, Recep Tayyip Erdogan, che ha addirittura «avvertito» il Pontefice di non ripetere il suo «errore».

«Rispetto il Papa», ha detto Erdogan rivolgendosi direttamente al Vescovo di Roma durante un discorso a un gruppo di uomini d'affari ad Ankara, «condanno questo errore e metto in guardia dal ripeterlo di nuovo». «Se i politici e i leader religiosi si mettono a fare gli storici, non raggiungeremo mai la verità e si finirà nell'insensatezza», ha avvertito il presidente turco. La Turchia ammette che vi sono state dei massacri ma non accetta la parola genocidio perché nessun tribunale internazionale ha mai dichiarato tale l’effetto dei massacri e delle marce forzate in cui persero la vita centinaia di migliaia di persone (si parla di un bilancio complessivo fra il milione e il milione e mezzo di morti). Gli storici sono divisi sul tema, anche se 21 paesi, tra cui la Francia, l’Argentina e la Svizzera, riconoscono per legge l’esistenza di un genocidio armeno perpretato dagli ottomani nel 1915-16.

La Turchia rischia però l’isolamento. Il Parlamento europeo ha approvato oggi una risoluzione non vincolante con cui chiede alla Turchia di «continuare i suoi sforzi per il riconoscimento del genocidio armeno,». Gli eurodeputati chiedono alla Turchia anche «l'apertura degli archivi per accettare il passato.» Il testo del Parlamento usa esplicitamente il termine «genocidio» in riferimento allo sterminio degli armeni avvenuto tra il 1915 e il 1917 ad opera dei turchi ottomani e chiede l'istituzione di una giornata mondiale per il ricordo dei genocidi. E tuttavia, il testo è meno duro di altre risoluzioni approvate in passato, in cui esplicitamente si definiva il riconoscimento turco del genocidio armeno come una «pre-condizione» per l'adesione della Turchia all'Ue. Il documento accoglie come «un passo nella giusta direzione» le dichiarazioni delle massime autorità turche (come il presidente Erdogan) con cui sono state offerte le condoglianze agli armeni e sono state riconosciute «le atrocità» commesse contro gli armeni.

A stretto giro il ministero degli Esteri turco ha affermato con una nota che il Parlamento europeo «ripete un errore già commesso in passato» e questo testo, «esempio senza precedenti di incoerenza in ogni suo aspetto», viene «respinto» dal governo della Turchia.

Anche se il vero timore di Ankara, ora, è che anche il presidente americano Barack Obama, su pressione della potente comunità armena della California, dopo il Papa, riconosca prima del centenario del 24 aprile il genocidio delle centinaia di migliaia di armeni massacrati per ordine del governo dei 'Giovani turchi

Erdogan ieri aveva lasciato parlare, già con toni inusuali, i suoi ministri degli Esteri e dei rapporti con l’Europa e il Gran Mufti Mehmet Gormez. Oggi è intervenuto personalmente nella crisi diplomatica scoppiata con il Vaticano con il richiamo dell'ambasciatore presso la Santa Sede.

Nella questione è intervenuto anche il segretario generale dell'Onu Ban ki Moon che attraverso un portavoce ha fatto sapere di considerare il massacro degli armeni un «crimine atroce», ma senza usare la parola genocidio.

La crisi con il Vaticano non si preannuncia breve, dopo la convocazione del nunzio apostolico Lucibello. Secondo diversi analisti, è funzionale agli scopi del partito islamico Akp del presidente in vista delle elezioni politiche del 7 giugno in quanto richiama e ricompatta un elettorato nazionalista che veniva dato in libera uscita verso il partito di destra, Mhp e quello di centro-sinistra, Chp, l’erede della tradizione kemalista, da Mustafa Kemal Ataturk, il fondatore della Turchia moderna. Fonti diplomatiche non escludono altre misure di ritorsione come la sospensione della cooperazione culturale.

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