Mentre Vladimir Putin risponde in tv alle domande dei russi in formato quiz, evento che si ripete ogni anno, agenti con il volto coperto fanno un blitz negli uffici della fondazione Open Russia di Mikhail Khodorkovsky, uomo d’affari condannato, detenuto, liberato ora in esilio in Svizzera, oppositore da sempre di Putin.
Il ministro degli Esteri russo ha autorizzato il raid ieri perché dice di aver avuto informazioni che gli attivisti di Open Russia stavano prepaprando materiale per attività estremiste da distribuire in una manifestazione d’opposozione in programma nella settimana: la prova sarebbe quello che gli stessi attivisti hanno scritto sul loro sito. Oper Russia, riporta Bloomberg, ha però postato anche le foto del blitz della polizia, foto che l’ufficio stampa del ministero ha detto non avrebbe commentato subito.
Khodorkovsky, uno degli uomini più ricchi di Russia, è stato liberato nel dicembre 2013 dopo dieci anni in prigione per frode, evasione fiscale, riciclaggio di denaro, lui ha sempre sostenuto che queste accuse sono state la punizione per aver finanziato partiti di opposizione.
Il tycoon, ex proprietario del colosso petrolifero Yukos Oil Co., continua al sua campagna contro Putin anche dopo aver promesso di tenersi alla larga dalla politica: nel settembre 2014 con Open Russia, fondata nel 2001, lancia la campagna per «istituzioni democratiche e la legalità» recita il sito web.
Notizie come questo blitz fanno ancor più impressione visto che solo due mesi fa alla vigilia di una manifestazione dell’opposizione,è stato ucciso in pieno centro a Mosca l’ex politico liberale ed ex vicepremier Boris Nemstov mentre assieme alla sua fidanzata passeggiava vicino al Cremlino.
Il governo russo ha intensificato i controlli e la pressione su organizzazioni non governative e attivisti dell’opposzione sia da quando Putin è stato rieletto nel 2012 e in particolare dalla fine 2013 quando causa Ucraina, i rapporti fra Russia e Usa-Ue si sono fatti sempre più tesi, come ai tempi della Guerra Fredda. La polizia ha fatto visita anche al leader dell’opposzione Alexei Navalny a gennaio: il blogger ha sulle spalle due condanne per fronde, entrambe sospese.
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