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Libia tra i temi caldi dell’incontro Renzi-Obama oggi alla Casa Bianca

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la visita del premier negli stati uniti

Libia tra i temi caldi dell’incontro Renzi-Obama oggi alla Casa Bianca

Italy is back”, “l'Italia e' di nuovo in sella...siamo un paese dove il futuro sara' piu' interessante del passato”. Questo il messaggio che Matteo Renzi ha dato ieri agli studenti della Georgetown University e questo sara' il messaggio che dara' al Presidente Barack Obama quando lo incontrera' oggi durante la sua prima visita alla Casa Bianca.

Il nostro Presidente del consiglio ha dato varie ragioni per spiegare questo “ritorno” dell'Italia, ha ricordato come “...dopo anni di crescita negativa oggi abbiamo finalmente una proiezione di crescita positiva: 0,7% secondo noi, 0,5% per il FMI....non ci basta, ma andremo avanti con le riforme e se le porteremo avanti posso dirvi questo, l'Italia diventera' il paese leader in Europa per i prossimi 20 anni”.
Un impegno deciso, ispirato e convinto nel tono, quello di Renzi, con una promessa: “entro le prossime settimane avremo la riforma elettorale, poi quella istituzionale; andro' avanti perche' se un giorno tornerete in Italia la troverete cambiata, aperta alla meritocrazia e non pervasa dai vecchi metodi del passato. E vi dico una cosa: piuttosto perdero' le elezioni ma non la faccia davanti a voi”.

Il futuro, la cultura e l'umanesimo come valori essenziali e complementari allo studio della scienza sono stati motivi di fondo del discorso introduttivo di Renzi alla Georgetown University alla Gaston Hall affollatissima. Poi gli studenti si sono messi in fila davanti ai microfoni e sono partite le domande: “Se si e' bravissimi in matematica ma ci si emoziona davanti a un Leonardo – ha detto Renzi a chi gli chiedeva i suoi piani per la pubblica istruzione – per me c'e' un problema”. Poi ha aggiunto: “la nostra cultura, le nostre universita', le nostre idee, sono il nostro ponte e il nostro patrimonio per il futuro. Per questo i terroristi attaccano i luoghi di cultura e per questo non possiamo lasciarci intimidire, i nostri valori sono il nostro futuro”. Renzi ha sempre parlato in inglese, un inglese accettabile, a parte una risposta in italiano a una studentessa, Costanza Concetti, che ha fatto la prima domanda.

Sul piano politico Renzi ha espresso parole di ammirazione per quello che ha fatto Barack Obama e ha anticipato alcuni dei temi caldi che saranno discussi questa mattina nell'Ufficio Ovale. “La Libia per noi e' un paese chiave in termini di sicurezza e stabilita', il 90% degli immigrati illegali passano dalla Libia. Dobbiamo dare speranza e proposte concrete per sconfiggere il terrorismo e chi cavalca la destabilizzazione, ma la risposta deve venire soprattutto dai libici stessi”. Renzi ha auspicato che la missione di Bernardino Leon possa andare avanti, che abbia un appoggio vero dell'Europa, e ha attaccato la Turchia per gli atteggiamenti ostili nei confronti del Papa: “La Turchia e' un grande paese, ho appoggiato l'ingresso della Turchia in Europa durante il vertice Nato e forse il massacro degli armeni e' una cosa di 100 anni fa, ma la Turchia deve adeguarsi ai valori europei se vuole essere parte della nostra Unione”. Renzi in sostanza ha ammesso di aver cambiato posizione rispetto agli incontri Nato del Galles e di voler ricevere da Ankara dei messaggi chiari per favorire il processo di integrazione: “Un processo che dipende da loro”.

Ma quel che piu' ci importa di questo viaggio sara' l'incontro politico alla Casa Bianca con Barack Obama. I due si sono visti gia' in cinque vertici, a Roma, al G7 di Bruxelles, al vertice nucleare dell'Aia a quello della Nato in Galles e al G20 di Brisbane, si sono incrociati alle Nazioni Unite e hanno avuto decine di telefonate. Questo per dire che si conoscono bene e chi immaginava che l'atteggiamento piu' freddo e cerebrale di Obama male si sarebbe sposato con quello piu' caldo e istintivo di Renzi ha sbagliato i conti. Persino prima di diventare Presidente del Consiglio, Renzi appoggiava fino in fondo la linea americana in materia di rilancio dell'economia. Durante la presidenza europea ha fatto il possibile per convincere la Germania ad allentare il suo veto irrinunciabile a una politica monetaria ultraccomodante, “Quantitative Easing Style” per la BCE di Mario Draghi. E anche se lo stesso Draghi era deciso a muoversi in quella direzione il fatto che lo sblocco ci sia stato sotto la “guardia” europea di Renzi ha portato punti e credibilita' al nostro governo.

Aggiungiamo i passi in avanti nel processo di riforme strutturali, il superamento, in chiave dinamica, delle sfide del passato - recessione e disoccupazione - le opportunita' che abbiamo avuto in termini di recupero di competitivita' dell'euro e di caduta dei prezzi del greggio; la determinazione con cui si e' andati avanti e la “sicurezza” che molti operatori internazionali hanno recepito, che li ha aiutati a investire nel nostro paese, sicurezza che oggi deve essere trasmessa alle famiglie.

Questo auspicio e questa classificazione appartengono al ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, che li ha illustrati mercoledi' sera a New York, ma hanno riassunto con chiarezza quel che fara' oggi, forse in termini diversi, il Presidente del Consiglio con Obama, per spiegare le attivita' di riforma dei vari dicasteri del suo governo. Sul piano economico non dovrebbero dunque esserci sorprese di sorta o annunci particolari, ma non c'e' dubbio che Renzi offrira' al Presidente americano questa interpretazione “coordinata” dei fatti per poter cambiare “timbro” una volta per sempre sul progresso auspicato dall'America per il nostro Paese.

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