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Finlandia, sconfitto il premier Stubb. Si profila un governo euroscettico

Il governo finlandese di grande coalizione paga il pedaggio politico di tre anni di recessione e di un innegabile declino, uscendo sconfitto dalle elezioni di ieri. Gli subentrerà un nuovo esecutivo, ancora da definire, guidato dall'imprenditore miliardario Juha Sipila, leader del Partito di Centro, di cui potrebbero far parte anche i Finlandesi, il movimento euroscettico di Timo Soini.

Ha vinto dunque il Partito di Centro, pur senza stravincere come qualche sondaggio prevedeva: secondo i risultati preliminari, ha ottenuto il 21,1% dei consensi, pari a 49 seggi su 200. Secondi – non in termini percentuali, dove hanno il 17,6% dei voti, ma in termini di seggi (38) – sono i Finlandesi, che superano di misura il Partito di Coalizione nazionale del premier uscente, Alexander Stubb (18,2% e 37 seggi); quarti i socialdemocratici, principale partner di Stubb nel governo attuale (16,5% e 34 seggi), sebbene negli ultimi mesi la relazione fosse diventata piuttosto burrascosa.

Verso un accordo con gli euroscettici?
I negoziati per la formazione del nuovo governo cominceranno già oggi e potrebbero durare diversi giorni; serviranno almeno tre dei quattro principali partiti per formare una maggioranza. Secondo molti analisti, il partner più probabile di Sipila è proprio il movimento populista di Soini, con cui esistono sicuramente più affinità ideologiche che con i socialdemocratici; già prima del voto il tycoon si era detto pronto ad allearsi con loro. Nel 2011 i Veri Finlandesi, già forti di una performance simile a quella di ieri, rifiutarono di entrare in una coalizione di governo perché si opponevano al piano di bailout per la Grecia. Oggi però l'atteggiamento generale di tutto l'establishment politico finlandese nei confronti di Atene è più duro, il che rende meno complicato accordarsi anche con il Partito di Soini. Per il governo greco, alla disperata ricerca di un accordo con i partner internazionali per non restare con le casse vuote, l'ipotesi non è delle più rosee.

Priorità al rilancio economico
Per il nuovo governo la priorità sarà il rilancio dell'economia, affossata dal declino di alcuni suoi elementi trainanti: il crollo di Nokia (perlomeno della divisione cellulari, ceduta a Microsoft) e del settore IT, che un tempo pesava un decimo del Pil di Helsinki e oggi vale solo il 4%, la crisi dell'industria del legno e della carta. Fattori strutturali a cui si sono aggiunte aggravanti congiunturali, a cominciare dalle difficoltà dell'economia russa, tradizionale sbocco dell'export finlandese, e dalla crisi diplomatica tra la stessa Mosca e l'Unione europea, con l'imposizione di sanzioni incrociate.

Sipila punta a ridare slancio alla competitività del Paese attraverso riforme chiave, a cominciare dal mercato del lavoro e dalla sanità; vuole poi continuare a tagliare la spesa pubblica, per ridurre un debito che – anche nel virtuoso Paese nordico – supererà quest'anno il 60% secondo le ultime stime dell'Fmi. Promette poi – lo ha dichiarato al Financial Times – di gestire il Paese non da politico, quale peraltro è diventato non da moltissimo, ma da imprenditore: sostituzione del management, governo come un consiglio di amministrazione, firma per punti di un accordo di coalizione tra i partiti.

Tra Nato e Russia
Sul piano politico-militare il nodo principale è il grado di avvicinamento alla Nato, in tempi in cui la minaccia russa è percepita con sempre maggiore preoccupazione anche dai Paesi nordici, che non a caso nei giorni scorsi hanno sottoscritto un accordo in materia di difesa. Rispetto a Stubb e al Partito di Coalizione, apertamente favorevoli a un ingresso di Helsinki nell'Alleanza Atlantica, è possibile che Sipila e il suo governo si tengano prudentemente un passo indietro. Dopo tutto, inasprire i toni con l'ingombrante vicino potrebbe essere controproducente. Anche per l'economia.

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