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Bomba su bus dell’Unicef in Somalia. Almeno 10 le vittime degli…

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a Garowe nel nord-est

Bomba su bus dell’Unicef in Somalia. Almeno 10 le vittime degli islamisti

Gli al Shabaab hanno attaccato oggi nel nord della Somalia operatori umanitari dell'Unicef, persone che lavorano soprattutto per i più deboli e vulnerabili, persone che salvano i bambini. «Un attacco brutale che non colpisce solo l'Unicef ma anche il futuro del Paese, i nostri bimbi, i nostri figli», ha denunciato il presidente somalo Hassan Sheikh Mohamud. Almeno una decina le vittime, tra cui quattro dipendenti delle Nazioni Unite. Il pulmino sul quale erano saliti per andare dai loro alloggi agli uffici è saltato in aria: il percorso all'interno del compound Onu a Garowe, capitale della regione semiautonoma del Puntland, in auto si fa in tre minuti.

La bomba era stata piazzata sotto un sedile e probabilmente l'esplosione è stata attivata a distanza. Dentro il minibus bianco con le grandi lettere blu che identificano le Nazioni Unite sulle fiancate, è stato l'inferno. Nessuno è rimasto illeso, altri quattro dipendenti Unicef sono feriti e, secondo i medici, versano in gravi condizioni.

Mentre i soccorritori portavano via i sopravvissuti e isolavano la zona, gli al Shabaab stavano già rivendicando la paternità dell'attacco attraverso la loro emittente, radio Andalus. «Tutti loro non sono vittime ma eroi - ha dichiarato sconvolto il direttore generale dell'Unicef, Anthony Lake - Il terribile attacco di oggi non è stato fatto contro di loro ma contro tutte le persone che aiutavano. Siamo profondamente indignati, loro hanno dedicato la vita a lavorare per i bambini» di questo Paese.

La Somalia, priva di un vero potere centrale, è devastata dalla guerra civile dal 1991, da quando cioè l'intervento internazionale a guida Usa portò alla caduta del dittatore Siad Barre. Anche l'attuale governo riesce a fatica a controllare solo la capitale e la sua periferia e dal 2006 i fondamentalisti Shabaab (i “giovani”), emanazione dei tribunali islamici che quell'anno per sei mesi presero il potere nel centro e nel sud del Paese, portano avanti una guerra senza quartiere contro le autorità di Mogadiscio e contro gli enti umanitari internazionali, considerati comunque forze di colonizzazione.

Sconfitti sul terreno dai soldati dell'Unione Africana dopo la loro dichiarata alleanza con al Qaeda, gli Shabaab hanno via via moltiplicato gli attentati terroristici e le operazioni di guerriglia. Arrivando fino in Kenya, il Paese africano più attivo nel combatterli. Qui nel settembre 2013 avevano fatto una strage nel centro commerciale Westgate di Nairobi e qui all'inizio di aprile hanno compiuto il massacro di quasi 150 studenti nell'università di Garissa.


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