Il Governo greco alla disperata caccia di finanziamenti per evitare il crack finanziario ha emanato un decreto legge che obbliga gli enti locali a trasferire tutte le riserve in contanti alla Banca centrale ellenica. È quanto scrive l'agenzia di stampa Bloomberg citando il decreto governativo pubblicato in Gazzetta Ufficiale e aggiungendo che il decreto era in programma da giorni. Il trasferimento, si legge ancora, dovrà rafforzare le riserve in contanti del Governo.
Default nell’euro?
Un eventuale default della Grecia non implicherebbe di per sé l'uscita dall'unione monetaria. Lo ha sottolineato il vicepresidente della Bce, Vitor Constancio, in audizione al Comitato Affari Economici e Monetari al Parlamento Europeo. «Non ci sarà automaticamente l'uscita della Grecia dall'euro in caso di default rispetto a un creditore», ha detto Constancio. Il numero due dell'Eurotower ha ribadito che a Francoforte sono «convinti che non ci sarà nulla che estrometterà la Grecia dall'euro».
Anche se va ricordato che una delle opzioni esposte dal ministro delle Finanze Varoufakis in tempi non sospetti, una conferenza del 2013 in Croazia, è stata proprio quella del«default della Grecia nell’eurozona» invitando la Germania (e qui chi non ricorda il video del falso dito medio?) a risolvere da sé i problemi che ne deriverebbero.
Peraltro, ha ricordato Constancio, il trattato fondativo dell'unione monetaria «non prevede una esplusione formale: una decisione del genere dovrà essere presa dal governo greco non da noi». In questo momento comunque «la Bce ritiene che le banche greche siano solventi ed è difficile dire che non ne abbiamo sostenuto il finanziamento, dato che l'ammontare totale dalla Bce verso gli istituti ellenici è stato finora di 110 miliardi di euro, pari al 70% del valore del Pil».
Nuovo slancio alle trattative
Intanto nelle trattative tra Atene e i creditori internazionali pare si aprano spiragli. In particolare, sulla possibilità di accordo circa il nodo della lista di riforme. Il punto è essenziale per liberare la tranche di 7,2 miliardi di euro di aiuti previsti dal secondo programma di salvataggio, prorogato fino a giugno dagli accordi all’Eurogruppo dello scorso 20 febbraio. «Negli ultimi giorni nei negoziati tra il governo ellenico e le tre istituzioni c'è stato un po' più di slancio», ha riferito Poul Thomsen, capo economista del Dipartimento europeo del Fondo monetario internazionale, secondo quanto riporta il sito del “Guardian”. «Questo è un buono sviluppo, che ci dà motivi per sperare», ha aggiunto. Secondo gli analisti il timore di un default avrebbe dato un'accelerata alle trattative tra Atene e i rappresentanti di Ue-Bce-Fmi.
La Grecia, è la versione aggiornata dell’esponente del Fmi sugli allarmi ricorrenti, potrebbe avere denaro sufficiente per onorare i suoi impegni sul fronte del debito «fino a giugno», ma deve trovare un accordo prima di allora. Thomsen, l'uomo che ha guidato buona parte delle ispezioni legate al bailout lanciato alla Grecia prima di assumere l'attuale incarico, spiega che le due parti devono fare progressi «più significativi». Venerdì prossimo a Riga si riuniranno i ministri delle Finanze dell'Eurozona per discutere del caso greco anche se è noto che non sarà quella l’occasione che offrirà la soluzione definitiva al problema.
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