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Sul tavolo fondi, distruzione degli scafi e ricollocazione degli immigrati

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L’AGENDA DEL VERTICE UE

Sul tavolo fondi, distruzione degli scafi e ricollocazione degli immigrati

Sulla scia dell’incontro di lunedì in Lussemburgo dei ministri degli Esteri e degli Interni, i Ventotto si riuniranno oggi qui a Bruxelles per discutere della crisi nel Mediterraneo, e dei numerosi naufragi di migranti al largo delle coste libiche. Le speranze di molti diplomatici è che si giunga a un accordo per il raddoppio delle risorse dell’operazione Triton, di controllo delle frontiere esterne dell’Unione, e per studiare missioni in vista della distruzione delle imbarcazioni usate dagli scafisti.

«La Commissione europea ha già fatto circolare la richiesta che paesi membri dell’Unione assicurino nuovi mezzi alla missione Triton», spiegava ieri sera un diplomatico. Secondo un alto responsabile europeo, quattro o cinque paesi si sarebbero già impegnati privatamente: «Mi auguro che nel vertice di domani (oggi per chi legge, ndr) confermino il loro impegno». Attualmente contribuiscono a Triton 21 paesi con 12 mezzi tra velivoli e navi.

Un altro aspetto su cui i Ventotto discuteranno oggi è la possibilità, proposta dall’Italia, di distruggere le navi degli scafisti. «Vi sono problemi giuridici e politici da risolvere – spiegava ancora ieri l’alto responsabile europeo -. Ciò detto, il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha idee molto simili a quelle del premier italiano Matteo Renzi». All’alto Rappresentante per la politica Estera e di sicurezza Federica Mogherini potrebbe essere dato mandato di studiare missioni di sicurezza e difesa comuni in questo ambito.

Più in generale, i Ventotto discuteranno dei 10 punti che la Commissione europea ha presentato lunedì ai ministri degli Esteri e degli Interni (si veda Il Sole 24 Ore di martedì e di mercoledì). Tra questi c’è anche l’idea di raddoppiare le risorse finanziarie di Triton. Attualmente la missione, sotto l’egida dell’agenzia europea Frontex di coordinamento delle autorità nazionali nel controllo delle frontiere esterne dell’Unione, può contare su un bilancio di circa tre milioni di euro al mese.

Invece, non c’è in questo momento l’idea di modificare il mandato di Triton che prevede il controllo delle frontiere, non il salvataggio in mare (a differenza dell’operazione italiana Mare Nostrum). «Vale tuttavia la legge del mare – spiega l’alto responsabile europeo – In altre parole, in caso di emergenza i mezzi di Triton devono intervenire». Se l’Unione europea non vuole dare ufficialmente a Triton un mandato più ampio è per paura che così facendo incentivi l’arrivo di immigrati clandestini.

Diplomatici qui a Bruxelles credono che il vertice si concentrerà su due aspetti. Da un lato, i Ventotto vorranno dare una risposta concreta all’emergenza immediata, rafforzando Triton. Dall’altro cercheranno di tratteggiare le nuove politiche comuni nel campo dell’immigrazione. Su questo fronte, i capi di stato e di governo dovrebbero dare un sostegno di massima all’idea della Commissione europea di riflettere a opzioni di ricollocazione degli stranieri già nell’Unione e di lanciare un progetto-pilota a titolo volontario per il reinsediamento degli immigrati ancora fuori dall'Unione.

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