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Allarme in Ucraina, in fiamme la foresta di Chernobyl

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A 29 ANNI DAL DISASTRO NUCLEARE

Allarme in Ucraina, in fiamme la foresta di Chernobyl

Torna l’ombra di Chernobyl. Una foresta attorno alla centrale nucleare ucraina è in fiamme: questa volta, diversamente da quel terribile 26 aprile 1986, le autorità non hanno perso tempo. È stato il ministro degli Interni Arsen Avakov a dare l’allarme, attraverso Facebook: a due giorni dal 29° anniversario dell’esplosione del reattore n. 4 della centrale - il peggior disastro nucleare al mondo - un incendio scoppiato nelle foreste a nord di Kiev minaccia di propagarsi nella zona “off limits” intorno all’impianto, nella terra proibita in cui la radioattività è ancora ben superiore alla norma e gli alberi crescono contorti, e in cui l’uomo non è più tornato.

«La situazione si sta aggravando - ha scritto Avakov-. Le fiamme si dirigono nella direzione della centrale, spinte dal forte vento sfavorevole». Nella “zona di esclusione” contaminata attorno alla centrale, per un raggio di 30 km, la presenza dell’uomo è ristretta ai tecnici che lavorano allo smantellamento e alla copertura definitiva dell’impianto esploso. Il premier ucraino Arseniy Yatsenyuk si è recato sulla linea del fuoco: al ritorno ha detto che si tratta dell’incendio peggiore dal 1992, ma che il livello di contaminazione non è cambiato. Più di 200 vigili del fuoco stanno lottando per tenerlo lontano dalla centrale e riprendere il controllo della situazione. «Ci riusciremo - ha detto Yatsenyuk - e vi terremo adeguatamente informati». Le fiamme sono a 20 km dalla centrale. Le foreste attorno a Chernobyl, avvertono gli esperti, custodiscono ancora un grado elevato di isotopi radioattivi: gli incendi li propagano intorno. Proprio due giorni fa Yatsenyuk aveva reso omaggio alle vittime della tragedia, un numero che non potrà mai essere conosciuto con certezza: solo 56 sono i morti direttamente collegati all’esplosione del reattore n. 4. Ma le stime delle persone colpite negli anni dalle radiazioni vanno da 4mila a sei milioni.

Un “sarcofago” provvisorio pieno di fessure copre la stalagmite di uranio e plutonio, i materiali radioattivi fusi con i resti del reattore: presto verrà sostituito. E proprio oggi a Londra è in programma la riunione dei numerosi Paesi donatori a cui il Chernobyl Shelter Fund - amministrato dalla Bers, la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo - chiederà i fondi che mancano per completare il finanziamento dell’opera, quasi ultimata, operativa nel 2017. Un’impresa senza paralleli, che ha l’obiettivo di trasformare Chernobyl in un luogo sicuro: un gigantesco arco di acciaio di 31mila tonnellate, alto 100 metri e lungo 165, è stato attrezzato per isolare completamente il reattore per intere generazioni. Costruito a fianco della centrale, scorrerà su binari fino a rinchiuderla completamente. L’operazione ha un costo totale di 2,15 miliardi di euro: Bers, G-7 e Commissione europea hanno approvato contributi aggiuntivi, resta l’ultimo passo. Le fiamme intorno a Chernobyl dimostrano quanto sia necessario.

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