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L’Ue rafforza Europol: nuovo centro di coordinamento antiterrorismo

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dopo gli attentati di parigi e copenaghen

L’Ue rafforza Europol: nuovo centro di coordinamento antiterrorismo

  • –dal nostro corrispondente

BRUXELLES – A qualche mese dagli attentati terroristici di Parigi e Copenhagen, la Commissione europea ha presentato ieri a Strasburgo un atteso pacchetto di misure per rafforzare la sicurezza in un contesto sociale segnato dalla crisi economica in Europa e dall'instabilità politica nel Mediterraneo. La misura più interessante è il rafforzamento di Europol, l'agenzia di coordinamento delle polizie nazionali, con la nascita al suo interno di un nuovo centro europeo del contro-terrorismo.

La strategia 2015-2020, presentata dal vicepresidente dell'esecutivo comunitario Frans Timmermans, si fonda su tre priorità: la prevenzione di terrorismo e radicalizzazione, la lotta al crimine organizzato e quella contro la ciber-criminalità. Tra le proposte della Commissione, che andranno negoziate con Parlamento e Consiglio, è da segnalare il desiderio di migliorare la collaborazione con i giganti informatici per evitare che la rete diventi lo strumento per propagandare odio e violenza.

In una conferenza stampa, Timmermans ha spiegato che l'obiettivo di Bruxelles è di rafforzare la collaborazione tra gli stati. Proprio questa incitazione nasconde la difficoltà europea a lottare contro la criminalità. Ha ammesso l'uomo politico: «Non si tratta di creare una nuova istituzione – ha detto all'agenzia di stampa AFP -. Non si tratta di cambiare diritto, trattati, o competenze (...) Per gli stati la sicurezza è il nocciolo duro della sovranità nazionale. Aprire un dibattito sulle competenze sarebbe sterile».

Ancora una volta l'approccio è confederale piuttosto che federale, la somma di strumenti nazionali piuttosto che la nascita di una azione sovranazionale. Nello stesso modo in cui giovedì scorso i Ventotto hanno avuto difficoltà a compiere un primo passo verso una ripartizione tra i paesi membri dei richiedenti l'asilo e hanno totalmente ignorato l'ipotesi di creare un corpo europeo di guardie-frontiera, anche in questa circostanza la strategia è soprattutto intergovernativa. Quanto efficace è tutto da capire.

La Commissione europea ha anche deciso di investire 10 milioni di euro nella lotta alla radicalizzazione e ai combattenti stranieri, vale a dire immigrati che lasciano l'Europa per combattere in Siria o in Libia e che poi tornano nell'Unione con l'intenzione di organizzare attentati terroristici di stampa islamico. Bruxelles è stretta tra il Parlamento europeo che vuole difendere diritti fondamentali e libertà civili, e il Consiglio europeo che vuole difendere le prerogative degli stati membri.

Timmermans vuole rafforzare la cooperazione nazionale, creeare una definizione comune di combattente straniero, scoprire i canali di finanziamento del terrorismo. In questo contesto, da tempo, il Parlamento blocca una norma che creerebbe un registro europeo dei passeggeri aerei (noto con l'acronimo PNR), citando dubbi sul rispetto della privacy. Il capogruppo popolare a Strasburgo, Manfred Weber, ha esortato a una conclusione dei negoziati con il Consiglio e tra i deputati entro fine anno.

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