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vertice Brussels Group

Grecia, via alla maratona del Brussels Group. Clima migliore, dubbio il risultato

  • –con un post da Econopoly

La Grecia è pronta a concessioni nei colloqui con i creditori internazionali per avere finalmente accesso agli aiuti bloccati da settimane. L'apertura è arrivata dal ministro delle Finanze, Yanis Varoufakis, in un'intervista alla radio Sto Kokkino. «Il governo greco - ha detto - è pronto per una soluzione onesta che permetterà l'erogazione degli aiuti finanziari da parte dei suoi partner e di mettere fine all'asfissia economica creata dal programma di salvataggio». Le parole di Varoufakis, definito nei giorni scorsi «incompetente e perditempo» da fonti dell'Eurogruppo, arrivano mentre è iniziato un nuovo round di a Parigi, che dovrebbero concludersi domenica.

Saranno tre giorni pieni di discussioni del Brussels Group, l'erede della Troika di cui fanno parte Commissione, Bce e Fmi con l'aggiunta del Fondo salva stati. E poi ancora discussioni nel corso della prossima settimana. L'obiettivo della Grecia, con un Varoufakis “commissariato” da Tsipras, è trovare un accordo entro domenica 9 maggio, in modo che l'Eurogruppo possa pronunciarsi in via definitiva lunedì 11 e il 12 il Tesoro sia in grado di dare il via libera al pagamento di 773 milioni al Fondo monetario internazionale.

Proprio il Fmi, tra l’altro, ha fatto sapere di non essere in grado di quantificare la liquidità a disposizione della Grecia. «Non siamo stati capaci di avere accesso alle informazioni di cui il Fondo ha bisogno per fare quella valutazione», ha detto Gerry Rice, il direttore comunicazione dell'istituto di Washington. «Con le discussioni in corso oggi a Bruxelles e con i negoziati che si muovono più speditamente, speriamo di avere accesso a quel tipo di informazioni», ha aggiunto. A chi gli ha chiesto un commento in merito all'eventuale esistenza di un piano per l'eventualità in cui la Grecia esca dall'Area euro, Rice ha detto che il Fondo «guarda sempre a diversi scenari». Rice ha però ribadito che lo scenario di base dell'istituzione guidata da Christine Lagarde esclude la Grexit.

L'obiettivo dei creditori del Brussels Group, la ex troika (Fmi, ma anche Bce, stati della Ue e fondo salva-stati Esm) è la lista completa, definitiva e precisata nei dettagli (dai tempi di approvazione all'impatto economico e sul bilancio pubblico a breve e a medio periodo), delle misure che il governo intende varare. Costi quel che costi, il governo contestualmente dovrà - secondo i creditori - accelerare tutto con decisioni formali. E anche il Parlamento dovrà fare la sua parte, nelle stesse ore, negli stessi giorni. Difficile dire se tale percorso è realistico o meno: l'accelerazione è indubbia, il risultato ancora difficile.

A Bruxelles si aspetta ancora la famosa lista di riforme prospettata all’Eurogruppo del 20 febbraio. Tra i segnali da Atene la possibilita che sia rinviata al 2016 l'abolizione dell'imposta sulla proprietà della casa. Ma le posizioni sono ancora distanti su molti aspetti, a partire dagli interventi sulle pensioni.

A dimostrazione della cautela estrema con cui il fronte dei creditori ha reagito alla svolta di Tsipras sulla squadra dei negoziatori, la Commissione europea ha indicato di avere la «speranza di arrivare a impegni costruttivi specifici da parte greca». Segno che ancora non ci siamo.

Da parte greca si stanno facendo dei movimenti per colmare le distanze rispetto alle richieste dei creditori: la stampa ellenica parla di una tassa di soggiorno tra 1 e 5 euro nelle isole meta di turismo, una tassa del 3% ai ristoranti e bar di lusso delle isole dal primo aprile al primo ottobre. Obiettivo rastrellare 1,3 miliardi. Alcune concessioni rispetto al programma di Syriza sono state fatte sulle privatizzazioni: si va verso la cessione del 51% del porto del Pireo e non più del 67% previsto dal governo Samaras invece del blocco.
Restano le “linee rosse”, come gli interventi sulle pensioni, ma i toni sono cambiati.

Il viceministro degli affari esteri Euclide Tsakalotos, nuovo coordinatore della squadra “politica” che negozia con i creditori ed è considerato da questi ultimi quasi l'anti-Varoufakis, ha indicato che le linee rosse esistono, però il governo è «pronto a compromessi: quando si ha un progetto politico si possono trovare delle soluzioni e si può fare qualche compromesso». È scottante la questione del ritiro anticipato dal lavoro: tra il 2008 e il 2013 sono aumentate del 14% nel settore privato e nella funzione pubblica del 48%.

Metà delle famiglie greche vive della pensione di un proprio componente, nel primo trimestre 2015 un nuovo pensionato su due aveva meno di 61 anni a fronte di un'età legale per il pensionamento a 67 anni dal 2013. Questo è un argomento che emerge sempre nelle discussioni all'Eurogruppo: molti ministri, specialmente dei paesi dell'Est, trovano alla fine ingiustificato aiutare la Grecia a mantenere una tale situazione quando nel loro paese i pensionati stanno peggio.

Non è chiaro quale sarà il punto di caduta dei negoziati. È troppo presto per l'ottimismo a 360 grandi, anche se i mercati continuano a dare fiducia. Alcuni nei corridoi dei palazzi Ue a Bruxelles temono che occorreranno diverse settimane prima di poter comporre il quadro. Pensando forse che il fondo delle casse del Tesoro ellenico non stato ancora toccato e che il governo potrebbe avere altri margini per evitare il peggio.

Intanto, nel caso i negoziati sui finanziamenti alla Grecia non si concludano in modo positivo, l'Europa è «preparata a ogni evenienza», ha dichiarato durante un'audizione parlamentare il presidente dell'Eurogruppo, nonché ministro delle Finanze olandese, Jeroen Dijsselbloem. A chi gli chiedeva se l'Eurozona avesse un “piano B” nell'eventualità di un naufragio delle trattative, Dijsselbloem ha risposto in maniera positiva per poi sottolineare come il governo greco «dovrebbe spendere meno tempo in interviste e più nell'evitare il baratro».

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