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la crisi del debito

Draghi: «Euro è irreversibile. L’uscita non è prevista dai trattati»

L'irreversibilità dell'euro è un aspetto fondante dei trattati con cui è stata creata la valuta condivisa. E «l'uscita di uno Stato membro dell'euro non è prevista dai trattati». Nuova drastica presa di posizione del presidente della Bce Mario Draghi, contro le speculazioni su una possibile fuoriuscita della Grecia, o di altri Paesi, dall'euro. Un messaggio affidato ad una lettera formale di risposta ad una interpellanza di diversi parlamentari europei, datata 7 maggio.

«Non intendo prestarmi a speculazioni sugli scenari descritti nella vostra lettera - afferma Draghi -. Lasciatemi sottolineare che l'irreversibilità dell'euro ha fatto parte dell'architettura dell'Unione europea fin dal Trattato di Maastricht».
E «come ho affermato ripetutamente - conclude il capo della Bce - anche di fronte al parlamento europeo, il ritiro di uno Stato membro dall'euro non è previsto dai trattati».

Bce concentrata su piena attuazione trattati
La Banca centrale europea è «concentrata sulla piena attuazione» delle misure prese per contrastare la debolezza di inflazione e crescita, e al momento non ravvisa problemi di mancanza di titoli sul suo massiccio piano di quantitative easing. Ha affermato ancora il presidente Draghi, nelle lettere di risposta a interpellanze di parlamentari europei.
Una presa di posizione che sembra allontanare le ipotesi di «tapering» - ovvero una revisione al ribasso del piano di acquisti di titoli della Bce - che erano serpeggiate nei giorni passati sui mercati.

«Guardando avanti - afferma Draghi al socialista Jonas Fernandez, in una missiva datata 7 maggio - ci concentreremo sulla piena attuazione delle nostre misure di politica monetaria. Tramite queste misure, contribuiremo ad un ulteriore miglioramento delle prospettive economiche, ad una riduzione della debolezza e a una ripresa della crescita di credito e moneta».

Al conservatore catalano Ramon Tremosa i Balcells, risponde invece che il piano di acquisti di titoli di Stato, che costituisce la colonna portante del Qe «sta filando liscio e i volumi degli acquisti sono in linea con la soglia annunciata di 60 miliardi di euro al mese. A questo stadio non appaiono giustificare le preoccupazioni sulla scarsità di bond». In ogni caso «sebbene non vi sia motivo per modificare al momento la composizione deli acquisti, il programma - dice ancora Draghi - è sufficientemente flessibile per essere aggiustato ove le circostanze lo richiedessero».

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