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Gran Bretagna, i sondaggi smentiti

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Gran Bretagna, i sondaggi smentiti

LONDRA - I sondaggi di opinione sono i grandi sconfitti delle elezioni britanniche. Ostinatamente, fino all'apertura delle urne ieri, tutte le diverse società specializzate hanno presentato lo stesso quadro con lievissime variazioni: un testa a testa tra conservatori e laburisti, senza un chiaro vincitore e con la prospettiva di settimane di incertezza e di negoziati per formare una coalizione credibile.

I risultati ormai definitivi invece hanno dato la maggioranza assoluta ai conservatori, che potranno governare da soli, mentre il partito laburista all'opposizione è crollato. Era dal 1992 - quando John Major, erede di Margaret Thatcher, aveva vinto a sorpresa - che i sondaggi non sbagliavano così clamorosamente le loro previsioni.

Solo su un fronte i sondaggi hanno avuto pienamente ragione: nel prevedere un trionfo del partito nazionalista scozzese. L'Snp guidato dalla dinamica Nicola Sturgeon non ha deluso le attese, conquistando 56 seggi su un totale di 59 in Scozia e dipingendo di giallo la cartina.

Sul risultato principale però tutti i sondaggi senza eccezioni hanno sottovalutato il sostegno per i conservatori e sovrastimato i consensi per i laburisti. Sono quindici le società che fanno parte del British Polling Council, e usano metodologie diverse, alcune come YouGov conducono sondaggi online mentre altre come Ipsos Mori si affidano a sondaggi telefonici e di persona. Eppure tutte hanno sbagliato nel prevedere per settimane un testa a testa tra i due maggiori partiti.

E' scattata quindi la polemica su quanto siano affidabili i sondaggi e sulle ragioni di un errore di calcolo così macroscopico. Secondo Peter Kellner, presidente di YouGov, la più quotata società del settore, la spiegazione è che “gli elettori hanno detto che avrebbero votato in un modo ma poi una volta nell'urna hanno votato diversamente.” Avrebbe quindi pesato il numero di indecisi, gran parte dei quali all'ultimo momento, con la scheda elettorale in mano, avrebbero optato per la continuità di un Governo guidato dai conservatori.

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