Mondo

Ora il referendum sulla Ue

  • Abbonati
  • Accedi
GRAN BRETAGNA

Ora il referendum sulla Ue

Londra – Dopo lo choc di elezioni dall'esito del tutto imprevisto, la battaglia politica si trasferisce sul terreno europeo. La vittoria dei conservatori di David Cameron trasforma in assoluta certezza il referendum sull'adesione all'Ue nel 2017. L'analisi del voto svela un fronte antiUe potenzialmente molto agguerrito. Al di là dei conservatori che hanno fra loro batterie di euroscettici va sottolineato il risultato dell'Ukip di Nigel Farage.

Porta in parlamento una minipattuglia di deputati, ma se si legge il voto in chiave proporzionale gli eurofobi hanno preso il 13% su base nazionale e visto che in Scozia, Galles, Irlanda del nord sono inesistenti vuole dire che entro i confini della sola Inghilterra pesano molto di più. E questo porta a due considerazioni. Nel caso del referendum ogni voto conta non essendoci l'anestetico di un sistema elettorale maggioritario che, come in queste elezioni, evira il voto all'Ukip. Pertanto la forza degli eurofobi si sommeranno a quelle dei Tory euroscettici creando un fronte potente favorevole all'uscita del Regno dall'Ue.

Peserà molto l'azione delle lobby, dalle imprese alle banche che temono, più di qualsiasi altro scenario, l'addio di Londra da Bruxelles. La seconda considerazione riguarda la tenuta stessa del Regno Unito per come lo conosciamo. Il voto a Snp in Scozia, ovvero a un partito di sinistra radicale, nazionalista, secessionista, ma anche ultraeuropiesta traccia una linea di confine netta con il resto di un Paese conservatore e decisamente più scettico sulla relazione con la Ue. Ne consegue, con ragionevole certezza, che se Londra dovesse scegliere di abbandanare l'Unione, Edimburgo cercherà di abbandonare il Regno di Elisabetta.

L'Europa si conferma ciclone sull'assetto geopolitico della Gran Bretagna il giorno dopo un voto che nasce però da un'esigenza diversa: preservare l'azione di buon governo dell'economia messa in campo dai conservatori. Per questo motivo è stato bocciato il radicalismo ultra-ideologico e vagamente antistorico, del Labour di Ed Miliband. Una battaglia che ha fatto morti e feriti a cominciare dai LibDem, molto spesso la voce più ragionevole del parlamento britannico.

© Riproduzione riservata