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Libero commercio, Obama punta a una coalizione bipartisan

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Libero commercio, Obama punta a una coalizione bipartisan

NEW YORK - Barack Obama è partito all’attacco negli ultimi giorni, all’attacco dei suoi compagni di partito ostaggio dei sindacati, di una fedele alleata come il senatore Elizabeth Warren e dei repubblicani dei Tea Party, una “coalizione” agli antipodi dal punto di vista politico ma legata da un obiettivo comune: bloccare gli accordi per la liberalizzazione dei commerci internazionali avviata dalla Casa Bianca sia con i Paesi asiatici che con quelli europei. I repubblicani dal Tea Party non sarebbero contrari a un accordo ma non vogliono dare a Obama una vittoria politica importante. Ecco dunque l'impasse che il presidente sta cercando di superare puntando a una coalizione di democratici e repubblicani moderati. E il tempo stringe.

Domani infatti ci sarà al Senato americano il voto per l’approvazione del Tpa, la Trade Promotion Authority, lo strumento negoziale che consentirà alla Casa Bianca di accelerare il negoziato per la creazione di un’area di libero scambio nel Pacifico (Tpp) che includerà 12 Paesi e rappresenterà il 40% dei commerci mondiali. Il passaggio è chiave perchè avrà un impatto diretto sul Tttip, un accordo analogo per liberalizzare i commerci transatlantici fra Europa e Stati Uniti che potrà essere negoziato subito dopo.

Il Tpa, conosciuto in gergo come “Fast Track”, consente al presidente di negoziare un accordo per poi metterlo al voto nella sua interezza e senza possibilità di modifica. Il Parlamento potrà approvarlo o bocciarlo ma non potrà modificarlo. Questo dà garanzie in termini di buona fede negoziale alle controparti, anche se in questo caso vi è una clausola che può consenitre ai senatori di revocare l’autorità negoziale e suggerire degli emendamenti nel caso l'accordo fosse considerato insufficiente.

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