Mondo

Chi è l’«Obama» inglese che si candida alla guida dei…

  • Abbonati
  • Accedi
CHUKA UMUNNA

Chi è l’«Obama» inglese che si candida alla guida dei Laburisti

Londra – Un leader con la mascella quadrata, il cranio pelato e la pelle scura. Una giovanile passione per il violoncello, per la politica e per gli studi di legge e un debole per il Crystal Palace football club di cui suo padre, Bennett, fu amministratore. Chuka Umunna ha risolto ogni incertezza con sè stesso e s'è candidato questa mattina alla guida del Labour party con l'obiettivo esplicito di riportare il partito, travolto dal voto di giovedì scorso, nel solco della Terza Via battuta da Tony Blair.

Nato 36 anni fa, a Stretham a ridosso di Brixton, sud di Londra, Chuka era ministro del business nel governo ombra laburista di Ed Miliband e siede in parlamento dal 2010 dopo una breve, ma intensa carriera legale. Sarà lui l'Obama britannico ? Per il momento punta alla guida di un partito allo sbando che dovrà andare alla conta fra Old e New Labour per decidere la linea del futuro. Quella vecchio stile è appena uscita fulminata dal voto popolare e un ritorno nel solco della tradizione blairiana è inevitabile. Chuka non sarà l'unico a candidarsi (Liz Kendall ha già fatto un passo avanti), ma ha la personalità e i padrini giusti per ambire al vertice. Non a caso, due giorni dopo il tracollo del partito, s'è presentato da Andrew Marr, conduttore del più popolare talk show politico britannico, affiancato da Peter Mandelson che del New Labour fu lo stratega. “Andrà lontano” ha detto l'ex braccio destro di Tony Blair riferendosi a Chuka Umunna, e lui, il giovane aspirante leader, non s' è fatto attendere.

Ha un carico politico e di personalità adeguato, una storia alle spalle che gli spalanca prospettive. Suo padre Bennett, nigeriano, arrivò in nave a Liverpool senza un penny in tasca. Accettò il regalo di un passante che gli permise di comperare un biglietto del treno e arrivare nella Londra degli Swinging Sixties. Da zero si costruì carriera e famiglia, sposando una britannica mettendo al mondo Chuka e la sorella Chewnie ed emergendo come businessman di successo. La tentazione di portare in Nigeria la sua esperienza gli è stata fatele: nel 1992 è stato ucciso in un misterioso incidente stradale che qualcuno lega alla sua decisione di fare politica a Lagos.

La passione è filtrata di padre in figlio e sull'esempio di Bennett, Chuka, ha cominciato da zero. Ora ha il vertice del Labour nel mirino. “Non ci vorranno dieci anni per ricostruirlo come tanti immaginano. Alle prossime elezioni saremo pronti”, dice l'aspirante leader, franco anche nell'analizzare le ragioni della sconfitta. “Abbiamo puntato giustamente ma esclusivamente sui temi della diseguaglianza senza guardare all'elettorato che nutre più ambizione. Abbiamo perso perchè non abbiamo saputo rivolgerci al ceto medio”, ha detto, in sostanza, facendo sua l'esigenza di muovere lo sguardo del partito verso il centro. La stessa litania cara a Tony Blair, quella che portò il Labour a tre vittorie elettorali di fila.

© Riproduzione riservata