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4/7 La «remontada» della Spagna/La stabilità politica (Rajoy…

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    Gli interventi pesanti del governo, sul mercato del lavoro, in sostegno alle banche, così come le misure fiscali e i tanti tagli dettati dall’austerity, sono stati realizzati a colpi di maggioranza. Di una larga maggioranza che per tutta la legislatura dalle elezioni del 2011 ha sostenuto Mariano Rajoy. Nemmeno gli scandali nel Partito popolare o gli scontri con i separatisti della Catalogna hanno mai messo in dubbio la tenuta del governo conservatore. In questi ultimi anni le oscillazioni dello spread, che attraverso i differenziali di rendimento dei titoli pubblici misura l’affidabilità di ciascun Paese, hanno indicato con chiarezza come le tensioni politiche siano un freno alla ripresa economica. Le elezioni di autunno potranno mettere a rischio la stabilità del sistema politico spagnolo? I risultati del voto potrebbero cambiare molte cose: i sondaggi e le tornate elettorali regionali mostrano che il bipartitismo popolari-socialisti alla guida del Paese da oltre trent’anni è finito. E segnalano l’ascesa di due nuovi schieramenti: Podemos che a sinistra ha messo assieme le proteste di piazza degli indignados, e Ciudadanos che si pone come alternativa ai conservatori. Nessuna di queste forze, nemmeno Podemos cugino del greco Syriza, si pone in contrasto con l’Europa e l’Unione europea. Un governo di coalizione o una qualche forma di governo senza una solida maggioranza sarebbero comunque una novità per la Spagna.

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