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Migranti, è scontro sulle quote nella Ue: Londra, Parigi e…

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mogherini: condividere l’accoglienza

Migranti, è scontro sulle quote nella Ue: Londra, Parigi e Madrid dicono no

MILANO - Il piano europeo sulle quote per i migranti incontra le prime chiare resistenze da parte di Francia, Spagna, Gran Bretagna e e prevedibilmente Ungheria. Pur con diverse sfumature, tre grandi Paesi si sfilano dal piano messo a punto a Bruxelles e promosso dall’Ato rappresentate Ue, Federica Mogherini. Oggi è in programma il Consiglio dei ministri degli Esteri e della Difesa che doveva decidere se e come i paesi Ue assumeranno una quota dei migranti che sbarcano sulle coste europee. E quattro Paesi, tre «pesanti», ci ripensano.

Francia: il premier Valls frena
Sabato da Mentone, frontiera italo-francese, il premier Manuel Valls ha di fatto detto no alle quote e poi precisato che la decisione è stata presa «con il presidente Hollande» per sgomberare il campo da ogni «ambiguità». Valls ha detto che la proposta delle quote per l'immigrazione «non corrisponde alla posizione della Francia», la stampa francese e internazionale comincia a parlare di un voltafaccia del governo di Parigi, considerato sempre, fin qui, favorevole alla proposta della Commissione Juncker. In realtà Valls si è detto contrario alle quote applicate a tutti i migranti (quindi anche quelli «economici») e non solo ai rifugiati (che invece sono gli unici interessati dalla proposta della Commissione). Il primo ministro francese, inoltre, ha detto che Parigi vuole un sistema di ripartizione più equo che tenga conto dei rifugiati già accolti in ciascuno Stato membro, e questo è esattamente uno dei criteri che il piano della Commissione europea propone di applicare per decidere le quote (insieme a Pil, popolazione e tasso di disoccupazione in ogni paese).

Spagna: Commisisone riveda proposta quote
Secondo la Spagna, un altro Paese che fronteggia giornalmente il flusso di migranti proveniente dal Nord Africa, la Commissione «deve rivedere la sua proposta» di stabilire quote obbligatorie per la redistribuzione di rifugiati, è quanto afferma il ministro degli esteri spagnolo, José Manuel Garcia-Margallo. «Lo sforzo di solidarietà - sottolinea - deve essere proporzionato, giusto e realista, cosa che la proposta della Commissione non è».

Gran Bretagna: offriamo droni ma no a quote
Il da poco confermato governo conservatore britannico di David Cameron è pronto a offrire droni, attrezzature-spia e militari per un coordinamento incaricato di fronteggiare i trafficanti di immigrati sulle rotte che dalla Libia portano all'Europa mediterranea, Italia in testa. Ma non ad accettare le quote di rifugiati decise in sede Ue. È questa - secondo il Guardian - la linea su cui sono chiamati ad attestarsi a Bruxelles i ministri degli Esteri e della Difesa di Londra, Philip Hammond e Michael Fallon.

Il no netto dell’Ungheria
È un rifiuto prevedibile quello dell’Ungheria, guidata da anni dalla destra populista e xenofoba sempre al limite della ortodossia democratica. «La posizione del mio governo è chiara: siamo contrari alle quote obbligatorie. E credo lo siano anche altri Paesi: la Repubblica Ceca, la Slovacchia, i Paesi Baltici, la Polonia e il Regno Unito. E, se non sbaglio, ora si è aggiunta anche la Francia». Ad affermarlo è Szabolcs Takacz, ministro per i rapporti con l'Europa del governo ungherese di Viktor Orban, intervistato da “La Stampa”. «Siamo in contatto - ha spiegato - con gli altri Paesi contrari e stiamo cercando di rinsaldare i legami tra di noi e trovare altri alleati».

Il capo Nato: rischio foreign fighters
Oggi giorno del vertice arriva anche la precisazione del segretario generale della Nato. «Naturalmente uno dei problemi» da risolvere di fronte ai flussi migratori che attraversano il Mediterraneo è «che ci potrebbero essere foreign fighters e terroristi che provano a nascondersi e mescolarsi fra i migranti» dice Jens Stoltenberg, arrivando al Consiglio esteri e difesa Ue. «Questo - continua - sottolinea l'importanza di rispondere ai tumulti e alle minacce in molti modi diversi».

Assunzione di responsabilità sulla condivisione dell’accoglienza
La «forza e credibilità» dell'Europa «nello scenario internazionale» sulla questione della gestione dell'immigrazione dipende anche «dall'assunzione, per la prima volta, della responsabilità sulla condivisione dell'accoglienza». È invece la posizione del capo della diplomazia europea Federica Mogherini, assieme alla decisione sulla forza navale, che i ministri degli Esteri e della Difesa dei 28 prenderanno oggi, «sono due facce della stessa medaglia, che si devono tenere anche nelle prossime settimane». Mogherini ha ricordato che «oggi siamo qui per la prima volta dal 2012 in formato ministri degli Esteri e della Difesa per tradurre, a meno di un mese dal Consiglio europeo straordinario del 23 aprile, i minuti di silenzio in azioni concrete ed europee».

Gentiloni: la missione sarà Ue, ma la Nato può dare contributo
La missione navale contro i trafficanti di essere umani «sarà una missione di alcuni paesi, nell'ambito di un ombrello europeo e con l'autorizzazione delle Nazioni Unite» ma, secondo il ministro degli esteri Paolo Gentiloni «la Nato può certamente dare un contributo». In particolare, aggiunge, «penso alla trasformazione della missione Nato nel Mediterraneo, Active Endeavour» che potrebbe dare «un contributo ulteriore al lavoro che si decide oggi a livello di unione europea».

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