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David Letterman al passo d’addio, si chiude un’era nella…

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dopo 22 anni di «late show»

David Letterman al passo d’addio, si chiude un’era nella storia della tv americana

Un Avanti Letterman e un Dopo Letterman. L’ironia e la satira sul piccolo schermo non sono più state le stesse con il suo avvento, ormai oltre trent’anni or sono. Ma la storia di David Letterman è adesso giunta al capolinea: questa sera sarà la sua ultima trasmissione, il suo ultimo Late Show dopo 22 anni consecutivi di conduzione e un totale di 6.028 spettacoli della notte.

Gli ospiti finali del cavernoso Ed Sullivan Theater nel cuore di Manhattan, in un clima a metà sovreccitato e metà malinconico, sono rimasti segreti. Volti a sorpresa, in un crescendo che ha visto nelle due serate di lunedì e martedì due dei preferiti “sparring partner” di Letterman, l'attore Tom Hanks, reduce dalle riprese di Inferno a Firenze, tratto dall’omonimo romanzaccio di Dan Brown ma sotto l’esperta regia di Ron Howard, e Bill Murray. Ma una cosa è invece più che certa: all’appuntamento non potrà mancare la sua formula rivoluzionaria, quel misto di allegria surreale, irriverenza e umorismo pungente in una parodia infinita di qualunque illustre predecessore.

Le sue battute si sono susseguite a raffica negli ultimi giorni, quasi una seconda giovinezza, con una buona dose anche di autoironia. Ecco le sue previsioni del tempo: “Oggi abbiamo 68^ e nebbia. Scusate quello sono io”. Ma a dominare su tutti gli schermi Tv della tarda serata americana, non solo la Cbs che ospita il suo programma, sono i tributi, tributi seri, anzi serissimi, di personaggi abituati piuttosto al faceto. Un'intera giovane generazione di comici che gli deve molto se non tutto, come ad un pioniere che ha spezzato antichi tabu', che in queste ore ha riconosciuto la sua paternita' senza reticenze: Jimmy Fallon su Nbc, che pure lo sorpassa in pubblico, con i suoi 3,36 milioni di spettatori medi contro i 3,25 di Letterman anche durante il lungo addio che ha gonfiato i suoi numeri (altrimenti declinati sotto i tre milioni a serata nel clima di accesa concorrenza tra canali tradizionali e universo dei nuovi media). E poi Jimmy Kimmel su Abc. O ancora Conan O'Brian, Craig Kilborn e persino Jon Stewart su Comedy Central, che a sua volta ha rivoluzionato negli ultimi anni la satira politica con i finti notiziari piu' autentici dei veri telegiornali.

E infine Stephen Colbert, stella in ascesa, altro gigante della satira politica con la sua trasmissione ora conclusa sempre su Comedy Central nella quale impersonava un conduttore “destrorso” con esiti esilaranti e che ora provera' a cimentarsi proprio con la sfida piu' grande, la successione a Letterman. E' stato lui il prescelto da Cbs per ereditare lo “slot” della tarda serata, il Late Show, che ripartira' sotto la sua guida in settembre.
La carriera di Letterman non e' stata scevra di peripezie. Ha ammesso di essere stato un alcolizzato, fino a 34 anni. E in epoca piu' recente fu ignorato quando si tratto' di trovare un nuovo conduttore per lo show di riferimento delle serate americane, il Tonight Show: gli venne preferita la comicita' piu' blanda (assai piu' blanda) di Jay Leno, poi scartato definitivamente nel 2014, in una vendetta tardiva, a vantaggio di Jimmy Fallon, cioe' uno degli eredi spirituali di Letterman.
Letterman, tuttavia, lascia al suo successore diretto Colbert un'eredita' tanto prestigiosa quanto pesante, seppur negli ultimi anni alleggerita dall'erosione della audience e dalle pressioni economiche della pubblicita' che della caccia alle migliori demografie - la fascia tra i 18 e i 49 anni di eta' - fa una scienza. “E' stato una forza enorme”, ha commentato Rob Thompson, direttore del Bleir Center for Television & Popular Culture alla Siracuse University. Che prevede Colbert avra' una luna di miele di tre mesi per dimostrare di essere all'altezza della missione. Quella non solo di emulare ma anche di superare il maestro, quando si tratta di catturare con ironia intelligente il vecchio e il nuovo pubblico. E questa non e' una battuta.

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