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INTERNET IN RUSSIA

Google, Facebook e Twitter nel mirino di Putin (mentre Kadyrov attacca Whatsapp)

Mosca lancia avvertimenti a Google, Facebook e Twitter. Grozny, nel suo piccolo, se la prende con Whatsapp. Tempi duri per Internet nella Federazione russa.

La tempesta sui colossi del social network si prepara da tempo. E ieri il responsabile di Roskomnadzor - l’ente che sorveglia il mondo delle telecomunicazioni - è tornato a scrivere ai manager delle tre compagnie straniere per ricordare loro che rischiano di incorrere in sanzioni (multe e blocco dei siti) dal momento che non stanno rispettando la legge russa a proposito dei blogger. Lo scrive il quotidiano «Izvestija». In particolare, non hanno fornito dati richiesti, non hanno bloccato contenuti considerati «estremisti».

Una legge varata lo scorso anno impone infatti ai blogger seguiti da più di 3.000 visitatori al giorno di registrarsi come testata giornalistica, mentre i server che li ospitano devono fornire alle autorità i numeri di visitatori delle singole pagine, e conservare i dati personali degli utenti. Devono inoltre cancellare messaggi che incitano a disordini di massa e incoraggiano attività estremiste, come manifestazioni non autorizzate. Un giro di vite che ufficialmente prende di mira terrorismo, narcotraffico o violenze sui minori, ma che di fatto stringe sempre di più i controlli sui flussi di informazione del web che finora, a differenza di giornali e tv, sono rimasti indipendenti.

Nel suo mondo a parte, Ramzan Kadyrov dichiara invece guerra a Whatsapp, e alle donne che usano il servizio di messaggistica online. «Rinchiudetele, non fatele uscire, così non posteranno più nulla», avrebbe detto il presidente ceceno. Che in questi giorni è finito nel mirino dei social network russi per aver consentito un matrimonio forzato tra una 17enne, Xheda (Luisa) Goylabiyeva, e il capo della polizia Nazhud Gucigov, più vecchio di lei di almeno 30 anni, e soprattutto già sposato. Il fatto che la poligamia in Russia non sia consentita dalla legge non ha impedito a Kadyrov (peraltro un fan di Instagram) di benedire le nozze.

Del resto, nella sua Cecenia Kadyrov ha potere di vita e di morte. È stato Vladimir Putin a consentirlo, il prezzo pagato dallo Zar per tenere a bada il Caucaso. Da qualche tempo, però, l’ombra del 38enne signore di Grozny ha preso ad allungarsi anche al di fuori del suo regno: sulle altre repubbliche caucasiche e poi oltre, sulla Russia, su Mosca. Si parla di Kadyrov come di una creatura su cui Putin ha perso il controllo. Tanto che l’onnipotenza di Kadyrov e dei suoi miliziani, i kadyrovtsy, avrebbe cominciato a innervosire i servizi dell’Fsb, l’ex Kgb: «Un drago - aveva scritto di lui nel 2004 la giornalista Anna Politkovskaja, assassinata a Mosca due anni dopo - che bisogna costantemente nutrire, per evitare che sputi fiamme».

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