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Ue aiuta l’Ucraina con altri 1,8 miliardi di euro. Vertice dei 34…

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il vertice del partenariato orientale a riga

Ue aiuta l’Ucraina con altri 1,8 miliardi di euro. Vertice dei 34 Paesi condanna «l’occupazione della Crimea»

Unione europea ed Ucraina hanno siglato oggi a Riga un memorandum d'intesa e un accordo per prestiti nell'ambito del terzo piano di assistenza economica che porterà nella casse di Kiev altri 1,8 miliardi di euro. L'accordo è stato siglato dal vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis, dal ministro delle finanze ucraino Natalie Jaresko e dal governatore della banca centrale ucraina Valeria Gontareva. L'accordo fissa le condizioni che l'Ucraina dovrà rispettare per avere i fondi, ovvero un piano di riforme ambizioso che va dalla gestione dei conti pubblici alla trasparenza, dall' ambiente per le imprese all'energia al settore finanziario. Le riforme aiuteranno il Paese a raggiungere le priorità di medio termine descritte dall'accordo di associazione Ue-Ucraina.

La dichiarazione finale al vertice del partenariato orientale fra i leader dell’Unione europea e sei ex repubbliche sovietiche si è concluso con una dichiarazione congiunta di “partnership orientale” nonostante le differenze su questioni chiave.

Tutti e 34 i Paesi che hanno partecipato al vertice sul partenariato orientale, i 28 Ue, Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Georgia, Moldavia e Ucraina, hanno firmato una dichiarazione finale in cui si ribadisce la posizione dell'Ue espressa in occasione della riunione con l'Ucraina dello scorso 27 aprile, compresa la parte in cui si condanna «l'annessione illegale della Crimea e di Sebastopoli».

Il paragrafo era controverso per le perplessità espresse, in particolare, dalle delegazioni armena e bielorussa. La riunione di Riga si è prolungata più del previsto per l'opposizione dell'Azerbaigian, che si è poi deciso a firmare il documento dopo una telefonata fra il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, e il presidente azero Ilham Aliyev, secondo quanto riferito dallo stesso Tusk in conferenza stampa.

Invece il governo ucraino in questo momento non è affatto sulla difensiva, come continuano a suggerire molti osservatori della vecchia Europa. Il premier Arseniy Yatsenyuk in una intervista al Financial Times esorta l’Unione Europea a non avere timore della Russia, «è piuttosto la Russia che deve aver paura dell'Europa, di tutti noi». Non abbiate paura della parola ampliamento. Più siamo, più siamo forti, più successo avremo e poi opportunità avremo per tutti i nostri paesi» dice il premier ucraino. «Agite in modo coraggioso e saggio», ha detto ai leader europei riuniti a Riga per il vertice del partenariato orientale, privo di impegni sul fronte dell'avvicinamento dei paesi orientali come Ucraina, Georgia e Moldova. Pur dicendo di capire la «necessità di dialogo dei paesi europei con la Russia», Yatsenyuk denuncia che Mosca «opera come un criminale internazionale, cercando di intimidire il mondo e dividere l'Ue».

«Prospettiva» europea derubricata ad «aspirazione»
«Nulla cambia nelle nostre intenzioni» ma «abbiamo fatto il massimo che potevamo raggiungere oggi». Così il presidente dell'Ue Donald Tusk spiega le conclusioni al ribasso del vertice. Nella bozza della dichiarazione finale, gli sherpa avevano concordato che il vertice riconoscesse a Ucraina, Georgia e Moldavia la «prospettiva europea». L'espressione, dopo «difficoltà nel drafting» ammesse dallo stesso Tusk, nel testo definitivo è stato derubricata «ad aspirazione europea».

«In queste condizioni geopolitiche aver dimostrato di avere questo livello di ambizione nelle conclusioni è importante: abbiamo fatto il massimo che potevamo» sottolinea in conferenza stampa Tusk. «Dobbiamo essere molto onesti e franchi - aggiunge - C'è un rapporto delicato fra le promesse dell'Ue e le aspettative dei singoli Paesi, per cui le nostre promesse non sono abbastanza per le loro aspettative. Ma se è vero che il linguaggio è molto importante in politica, i fatti sono molto più importanti: nulla cambia nelle nostre intenzioni». «Nessuno ha promesso - sottolinea Tusk - che il partenariato orientale sarebbe stato un meccanismo di adesione automatica all'Unione europea».

Quanto alla liberalizzazione dei visti con Ucraina e Georgia, pur non garantendo il traguardo per il 2016, Tusk si dice «molto ottimista» e lascia intendere che non ci sarebbero opposizioni in Consiglio, se la Commissione la proporrà una volta rispettati i parametri tecnici. «Tutti i capi di Stato e di governo hanno sottolineato quanto è importante il processo di liberalizzazione dei visti» rimarca Tusk.


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