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Obama promuove la Tunisia a “grande alleato” non Nato

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visita a washington del presidente essebsi

Obama promuove la Tunisia a “grande alleato” non Nato

NEW YORK – Con la crisi in Medio Oriente e nel mondo arabo che imperversa, Barack Obama sta mettendo a punto nuove risposte strategiche. La Casa Bianca, in occasione della visita del presidente tunisino Beji Caid Essebsi, ha deciso di promuovere la Tunisia a “grande alleato non-Nato”. Una designazione che consentirà a Obama di intensificare la cooperazione militare e di sicurezza con il Paese.

Nella Tunisia Obama vede un alleato cruciale per contrastare «l'instabilità nella regione» e il contagio del terrorismo. Gli Stati Uniti hanno a lungo considerato il paese, dove la Primavera Araba aveva mosso i primi passi, come un raro modello di successo nella transizione democratica.
Contro i terroristi e le milizie dello Stato Islamico, che hanno ormai occupato metà della Siria oltre che ottenuto nuove importanti vittorie militari in Iraq, Obama sta intanto considerando modalità per meglio addestrare e rifornire di arsenali le tribù e milizie sunnite fedeli a Baghdad.

In Iraq Washington cerca di sviluppare nuove forze sunnite dopo aver già armato 7.000 miliziani, ma deve agire con cautela e tra mille difficioltà per non alimentare tensioni con il governo e le forze armate a maggioranza sciita.
Ma l'emergenza aumenta. Gli Stati Uniti hanno ora ammesso le sconfitte subite per mano dell’Isis dalle truppe irachene dopo averle minimizzate. Le forze dei terroristi hanno catturato di recente la capitale della provincia di Anbar, Ramadi, a sole 70 miglia da Baghdad. E nelle ultime ore, in Siria, hanno preso il controllo completo della storica città di Palmyra, con i suoi antichi reperti archeologici, una conquista che stando alle stime occidentali ha portatato al 50% il loro controllo sul territorio siriano.

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