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La linea rossa di Syriza e il piano b di Atene. Il ministro francese…

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la crisi greca

La linea rossa di Syriza e il piano b di Atene. Il ministro francese Sapin: Atene deve rimanere nell'euro

«Atene ha la volontà di raggiungere un compromesso ma anche i creditori internazionali devono dimostrare la stessa disponibilità». Lo ha detto il premier greco Alexis Tsipras al suo rientro ad Atene da Riga, sottolineando che la Grecia non accetterà richieste irragionevoli né un accordo con i creditori internazionali che non risolva i problemi di un Paese che non può andare avanti con misure recessive.

Due sono i punti non trattabili per Syriza nel negoziato con i creditori: la reintroduzione della contrattazione collettiva e l'aumento della salario minimino nominale a 751 euro mensili. Naturalmente non c'è fretta e dunque si possono verificare con i creditori i tempi di applicazione che potrebbero essere spalmati nel corso dell'intera legislatura. Quanto alle pensioni Atene è pronta a fare concessioni sulle ultime deroghe per l' innalzamento dell'età pensionabile e a ridurre le finestre sui pensionamenti anticipati ancora in vigore.
Ma c'è l'opposizione dell' Fmi sul surplus di bilancio che Atene vorrebbe ridurre all'1% mentre l'Fmi vorrebbe a multipli molto più elevati in nome della cosiddetta sostenibilità finanziaria del debito.

Tsipras ha chiamato Jack Lew, il segretario al Tesoro Usa, per cercare di ammorbidire le richieste del Fondo sul surplus, intransigenza dietro cui Atene teme si nasconda la rigidità del ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble. Atene avrebbe pronto un piano B se non si dovesse raggiungere un accordo complessivo entro il 5 giugno, data in cui scade il pagamento di 300 milioni di euro all'Fmi: si tratterebbe di prevedere un “accordo in vista” che non preveda rilascio di crediti, ma che consenta alla Bce di non tagliare i collaterali dell'Ela, la linea di finanziamento di emergenza e di aumentare il tetto, oggi a 15 miliardi di euro, per l'emissione dei Tbills, buoni del Tesoro a breve, una richiesta molto cara a il vice premier Dragasakis.

Atene sarebbe pronta anche a chiedere uno swap dei 27 miliardi di euro di bond detenuti dalla Bce e dei crediti in mano all'Fmi con l'Esm, il fondo salva-stati europeo, così da ridurre il costo degli interessi sul debito ed avere un unico interlocutore dagli attuali tre che compongono la ex troika.

Pronta la reazione del ministro delle Finanze francese Michel Sapin: «Non c'è alcun 'piano B' per la Grecia ed è cruciale chiudere un accordo credibile al più presto considerata la “situazione molto fragile” del Paese». Il ministro francese ha aggiunto che «la Grecia è la prima a dire di non avere futuro al di fuori dell'Eurozona e io credo che l'Eurozona perderà forza se uno dei sui membri dovesse uscirne».

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