In tutto il mondo è conosciuto con il volto di Russell Crowe in “A beautiful mind”, mentre scrive formule matematiche sui vetri nell’isolamento della sua stanza. È stato quello il periodo più buio della vita di John Nash, quando la sua mente matematica fu travolta da una grave forma di schizofrenia, raccontato in maniera fortemente romanzata da Ron Howard con il film che vinse ben quattro Oscar nel 2001.
In realtà Nash, morto in un’incidente automobilistico all’età di 86 anni, è stato uno dei matematici più brillanti del Novecento, che di fatto inventò la teoria dei giochi applicandola in seguito all’economia, scelta che gli valse il premio Nobel per l’economia nel 1994. Nato nel 1928 in West Virginia, John fin da piccolo rivelò un carattere solitario e introverso, che lo mise in cattiva luce nel corso degli anni della scuola, mettendone in secondo piano il suo genio. In seguito il suo talento per la matematica gli permise di distinguersi e di vincere una borsa di studio che lo portò alla prestigiosa Carnegie Mellon di Pittsburgh, dove iniziò il corso di ingegneria chimica per poi passare alla matematica.
A vent’anni, dopo la laurea, si presentò a Princeton per il dottorato con in mano una lettera del rettore di Pittsburgh, con una sola frase: «Quest’uomo è un genio». A Princeton entrò in contatto con menti come Albert Einstein e John von Neumann. È in questo periodo che si dedica alla matematica pura, iniziando gli studi che lo portarono a dedicarsi alla teoria dei giochi e al concetto che prende il suo nome, l’”equilibrio di Nash”, basato sulla strategia dei giocatori in un ambiente concorrenziale e non competitivo di fronte ai cambiamenti delle strategie degli altri giocatori. Sono questi gli studi che 40 anni più tardi gli sarebbero valsi il Nobel per l’economia.
Intanto i suoi lavori sulle equazioni differenziali alle derivate parziali lo portarono alla soluzione di uno dei problemi di Hilbert e a un passo dall’assegnazione della medaglia Fields, il Nobel della matematica, che gli sfumò davanti solo perché pochi mesi prima il problema era già stato risolto, a sua insaputa, da Ennio De Giorgi.
Negli anni Sessanta iniziarono i primi sintomi della schizofrenia che man mano si aggravarono fino a diventare deliri ricorrenti. Dopo alterne vicende, la moglie Alicia torna al suo fianco e lo sostiene fino alla guarigione completa nei primi anni Novanta. A sancire il suo ritorno a pieno titolo nella comunità accademica internazionale fu proprio il Nobel arrivato nel ’94 che portò alla ribalta mondiale la sua teoria dei giochi che nel frattempo si era evoluta coinvolgendo altri economisti. Anche in economia Nash uscì dal solco delle teorie mainstream per sostenere alcune idee della scuola austriaca, in particolare quelle di Friedrich von Hayek.
Nella sua affascinante avventura umana e scientifica è stato sempre accompagnato dalla moglie Alicia, che lo aveva visto rinascere dopo la malattia. E che è stata al suo fianco fino alla fine, fino all’incidente mortale che li ha portati via insieme.
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