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Braccio di ferro ad Atene sui prelievi al bancomat tassati. Sconfessato…

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Braccio di ferro ad Atene sui prelievi al bancomat tassati. Sconfessato Varoufakis

Dopo quattro mesi di incertezze i negoziati tra la troika e la Grecia cercano un difficile compromesso che passi anche dal mettere in pole position riforme strutturali anti-cicliche, cioè quelle che non limitano la capacità di spesa in presenza di una situazione di recessione. Quel tipo di misure che, come suggerisce l’Ocse, mettono in primo piano la riforma del mercato dei prodotti, quello della pubblica amministrazione, quella della giustizia, rispetto ad austerity e surplus primario di bilancio. Una di queste proposte prevede di introdurre una piccola imposta sui prelievi ai bancomat per avere contante e uno scudo fiscale per far rientrare i capitali depositati illegalmente all'estero con un'imposta del 15 per cento. È uno dei punti contenuti nel piano di riforme che la Grecia presenterà ai creditori per aver il via libera per la nuova tranche di aiuti da 7,3 miliardi di euro, con la quale Atene ha intenzione di rimborsare il prestito con l'Fmi in scadenza il prossimo 5 giugno.

Le parti restano lontane su molti temi, dalle pensioni al costo del lavoro al salario minimo a 751 euro, ma il ministro delle Finanze, Yanis Varoufakis, cerca di ridurre le distanze con una vera e propria caccia all’esercito di evasori. L'imposta sui prelievi, infatti, servirebbe a disincentivare l'utilizzo del contante per favorire le transazioni digitali attraverso le carte di credito.

Ma immediata è arrivata una precisazione dello stesso ministero delle Finanze greco, secondo cui «le proposte di una tassa sui prelievi dei bancomat e di un'imposta sulle transazioni bancarie non sono più in discussione con Bruxelles e Fmi». Non è chiara la ragione dei due annunci contrastanti, forse fa parte di una serrata lotta interna al governo Syriza per far prevalere una diversa impostazione delle trattative con i creditori dopo che il premier Tsipras, in seguito al vertice di Riga e alle contestazioni degli altri ministri dell’eurozona al ministro greco, ha “commissariato” Varoufakis e ha posto a capo della delegazione dei negoziati Euclid Tsakalotos e il vice premier Iannis Dragasakis . Il ministero ellenico ha reso nota la sua disapprovazione alla proposta di Varofakis perché, a suo avviso, non scoraggerebbe l'uso di contante favorendo le carte di credito. Insomma una tassa solo per i turisti stranieri, un autogol.

Insomma un nuovo segnale di scarso coordinamento ad Atene, che ha fatto marcia indietro dopo l'allarme lanciato domenica dal ministro dell'Interno Nikos Voutsis, secondo cui il Paese non avrebbe avuto i soldi per pagare pensioni e salari e insieme far fronte a 1,6 miliardi di scadenze di prestiti da restituire al Fmi nel mese di giugno. Già lunedì il portavoce del governo, Gabriel Sakellaridis aveva precisato: «Sulla base dei nostri problemi di liquidità abbiamo una necessità imperativa di raggiungere l'accordo il prima possibile. Pagheremo i nostri impegni come meglio potremo».

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