Mondo

Grecia, è crollo dei depositi bancari. Gli Usa: accordo…

  • Abbonati
  • Accedi
Econopoly

Grecia, è crollo dei depositi bancari. Gli Usa: accordo subito, si rischia l’incidente

Crollano ai minimi da oltre 10 anni i depositi bancari in Grecia. Nel Paese ellenico è sempre più corsa agli sportelli per il timore di un default. Fa paura l’incertezza sulla possibilità o meno di un accordo con i creditori internazionali per la concessione dell’ultima tranche da 7,2 miliardi di euro del secondo piano di salvataggio la cui proroga scade a fine giugno. Ma si teme anche per la futura permanenza del Paese nell'euro e per le ipotesi di misure alla cipriota che potrebbero prendere di mira proprio i conti bancari, bloccando i movimenti verso l’estero.

Ad aprile, secondo i dati della Banca di Grecia, l'ammontare totale dei depositi si era ridotto a 142,7 miliardi di euro, dai 149 miliardi di marzo (si veda il grafico). Si tratta del valore più contenuto dal dicembre del 2004. I depositi di imprese e famiglie si sono assottigliati a 133,6 miliardi, dai 138,5 miliardi di un mese prima. Dati che mostrano come la fuga di capitali non si sia arrestata. Solo negli ultimi tre mesi dalle banche greche sono stati complessivamente ritirati 27 miliardi di euro.

Pil in calo, il Paese torna in recessione
Intanto piove sul bagnato, ma non è un caso quanto piuttosto il segno che l’azione del governo di Syriza non dà risultati positivi, anzi ha imposto una frenata all’economia, che torna in recessione. Il Pil greco nel primo trimestre si è contratto dello 0,2%. Su base tendenziale il Pil del primo trimestre si contrae dello 0,4%, contro il -0,3% dei dati preliminari e il +1,3% del quarto trimestre.

I prezzi alla produzione sono diminuiti per il decimo mese consecutivo ad aprile e ad un ritmo più veloce rispetto al mese precedente, ha comunicato l'Ufficio di statistica ellenico. L'indice generale dei prezzi alla produzione è sceso del 5,1% anno su anno ad aprile, più velocemente rispetto al calo del 4,4% registrato a marzo. I prezzi alla produzione sono in calo dal luglio 2014, quando l'indice è diminuito dello 0,5%. Su base mensile, i prezzi alla produzione sono aumentati dello 0,3% ad aprile, più lentamente rispetto all'incremento dello 0,8% del mese precedente. È stato il terzo mese consecutivo di crescita.

Stathakis: Atene pagherà il Fmi il 5 giugno
Mentre questi sono i segnali dall’economia proseguono senza soste i negoziati fra creditori (il Brussels Group, che comprende Ue, Bce, Fmi più il fondo salva-stati Esm) e Atene. Ieri i negoziati hanno subito una svolta preoccupante quando il direttore del Fondo monetario, Christina Lagarde ha parlato con il quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine di possibiletà che la Grexit, l’uscita del Paese ellenico dall’euro, si verifichi davvero.

A differenza delle notizie provenienti dal team di negoziatori greci, secondo cui un accordo sarebbe stato vicino, la stessa Lagarde e il commissario agli Affari economici della Ue, Moscovici, hanno riportato tutti con i piedi per terra. Il 5 giugno scade il primo di una serie di rimborsi dovuti da Atene al Fondo monetario (in totale 1,6 miliardi nel mese) e se il pagamento non avvenisse si avvicinerebbe pericolosamente il default tecnico.

Su questo punto le notizie dal governo Tsipras sono state finora contrastanti e spiazzanti per gli stessi negoziatori. L’ultima è arrivata dal ministro dell'economia Giorgos Stathakis in un’intervista al quotidiano Real News. La Grecia rimborserà al Fmi il prestito da circa 300 milioni di euro il 5 giugno, come previsto, ha assicurato Stathakis, spiegando che Atene è in grado di rispettare la scadenza grazie a «risorse interne».

Schaeuble gela tutti
«I rapporti positivi provenienti da Atene non riflettono pienamente lo stato del negoziato con le tre istituzioni», ha precisato il ministro tedesco delle Finanze, Wolfgang Schaeuble al termine del G7 finanziario di Dresda. Il programma di supporto di Unione europea e Fmi alla Grecia «durerà fino alla fine di giugno. Se per allora non ci sarà stato un accordo spirerà». La questione «è molto complessa e per niente banale», ha ragionato poi Schaeuble, che sempre dal G-7 ha propugnato un sostegno forte «al governo ucraino nel processo di riforme».

Tutti i politici coinvolti nelle trattative «sono stati eletti in maniera democratica, come i Greci, che hanno tutto il diritto al pieno rispetto», ha spiegato il navigato politico tedesco, contrariamente alle voci circolate nelle ultime settimane su un’operazione di pressione da Bruxelles e Berlino per convincere il premier greco Tsipras a disfarsi delle ali estreme per varare un governo di coalizione più incline a rimettersi in carreggiata seguendo i dettami del Memorandum of Understanding siglato con la Troika dal governo precedente del conservatore Samaras: «Ho sempre detto di non avere problemi personali con i nostri colleghi (il ministro delle finanze greco Varoufakis, ndr). Abbiamo vedute politiche molto differenti, ma abbiamo la nostra responsabilità comune», ha riconosciuto Schaeuble: «Proviamo ad agire in maniera tranquilla, perché il contrario non aiuta»

Juncker non molla: Atene resti nell’euro, il Fmi nel programma
«Stiamo lavorando su un unico scenario: tenere la Grecia nell'area euro», ha detto il portavoce del presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, sulle trattative fra i creditori internazionali e il governo greco sul piano di riforme, che vede tra i punti più critici l’ entità dell’avanzo primario, l’aumento dell’Iva e un taglio al costoso sistema pensionistico di Atene, il più generoso d’Europa in rapporto al Pil.

«Il presidente Juncker ritiene che il Fondo monetario internazionale debba restare nel programma per la Grecia», ha confermato poi il portavoce della Commissione ribadendo che le tre istituzioni (oltre alla Commissione, la Bce e il Fmi) «possono avere talvolta diverse visioni ma lavorano con lo stesso obiettivo». Lo scenario di base è che la Grecia «resta nella zona euro». Domani è prevista una nuova riunione della ex Troika.

Il nodo delle trattative fra la Grecia e le istituzioni creditrici «sarà risolto nei prossimi giorni o nelle prossime settimane», ha poi assicurato il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, a margine della visita a Tokyo in occasione del vertice bilaterale Ue-Giappone.

Padoan: l’accordo non è ancora vicino
Sul tema sono intewrvenuti anche attori coprotagonisti. «Noi siamo assolutamente pronti a sopportare qualunque shock esogeno se ci saranno ripercussioni sui mercati», ha commentato il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, parlando della Grecia e spiegando che «sulla sostanza l'accordo (con i creditori, ndr) non è ancora vicino e il tempo scarseggia».

Lew: accordo subito per evitare un incidente
E il segretario Usa del Tesoro, Jack Lew, al termine del G7 finanziario a Dresda, dove Lagarde ha sganciato la bomba della non esclusione di una Grexit, ha avvisato che la Grecia e i suoi creditori devono raggiungere un accordo quadro, rinviando a dopo i dettagli. «Una volta raggiunto un accordo generale - spiega - avrete molto lavoro da portare avanti. Sarebbe nell'interesse di tutti raggiungere un'intesa a livello generale e lasciare del tempo per lavorare ai dettagli, senza l'incombenza delle scadenze. Ritengo che aspettare uno o due giorni prime di qualsiasi scadenza è solo un modo per rischiare un incidente». Ovvero dare ai mercati la scusa di scatenare una tempesta sull’euro, la cui irreversibilità - da sempre sostenuta e garantita dal presidente della Bce, Mario Draghi, sarebbe messa a rischio molto seriamente.

Varoufakis rilancia sui rimborsi alla Bce
Il ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis ha rilanciato l'ipotesi di rimborsare la Bce facendosi finanziare dal Fondo Esm (European Stability Mechanism): in un’intervista (citata da Bloomberg) ha parlato della possibilità di riacquistare, grazie a un prestito dell'Esm, i titoli di Stato greci acquistati dalla Bce con il Securities Market Programme. Una volta riacquistati i titoli, la Grecia avrebbe i requisiti per usufruire del Quantitative easing della Bce. I prestiti dell'Esm avrebbero il vantaggio di avere una scadenza molto lunga, fino a 30 anni, con un tasso di interesse molto basso, pari all'1,5%. L'ammontare complessivo dei bond in mano alla Bce è di 27 miliardi di euro di cui 7 miliardi in scadenza in estate.

© Riproduzione riservata