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IN PIAZZA PER IL GREGGIO

In Tunisia l'anti-nimby: cortei di protesta per avere più trivellazioni e petrolio, meno povertà

Mentre in Italia i comitati nimby hanno organizzato diverse “mail bombing” con invio seriale di cartoline di protesta al Governo contro lo sfruttamento delle risorse nazionali, i tunisini fanno l'esatto contrario. Nei giorni scorsi a Tunisi – nella centralissima avenue Habib Bourguiba – ma anche nelle città di Tozeur e Tataouine ci sono stati cortei di protesta al motto di “il popolo vuole il petrolio”.

Chiedono più ricerche petrolifere, più trivellazioni, più metano e greggio nella convinzione che il sottosuolo del Paese sia ricco di giacimenti, che il Governo non sfrutti le risorse nazionali e che se vi fossero più investimenti petroliferi si ridurrebbe quella condizione di disagio sociale ed economico che costringe molti tunisini al dramma dell'emigrazione, dramma di cui noi italiani risentiamo gli effetti indiretti.

Il fenomeno sociale della protesta petrolifera è diffuso e ripercorre gli stessi meccanismi che in Italia sono stati scelti dai comitati anti-petrolio: eventi, cortei, dibattiti televisivi, video virali, gruppi su Facebook e perfino canzoni di protesta dei rapper tunisini. Il tutto però a sostegno delle perforazioni. Nell'articolo l'anti-nimby. in tunisia proteste per avere più trivellazioni. petrolio al popolo sono riportati diversi video, le canzoni a favore delle perforazioni, i link ai gruppi di protesta.

Come riporta un settimanale web italiano, l'amministratore delegato dalla compagnia energetica statale tunisina Etap, Mohamed Akrout, è dovuto intervenire per spiegare i dati reali della produzione petrolifera tunisina e ha detto che sono completamente infondate le voci che parlano di una marea di petrolio scoperta nel sottosuolo tunisino diffuse in questi mesi dagli organizzatori della campagna popolare di protesta a favore delle perforazioni.

La produzione stimata del Paese, ha detto Akrout alla tv tunisina, si aggira intorno ai 51mila barili al giorno, in diminuzione per la chiusura di alcuni pozzi, e quella di metano è di 6,9 milioni di metri cubi al giorno, insufficiente per il fabbisogno del Paese pari a 15 milioni di metri cubi al giorno (20 milioni con i consumi dell'estate). Nei prossimi giorni il ministero tunisino dell'Industria pubblicherà sul suo sito i dati relativi alla produzione del settore energetico, al fine di rispondere con il metodo della trasparenza alle accuse di brogli e speculazioni sostenute dai comitati popolari pro-petrolio.

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