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Twitter, lascia l’Ad Costolo, la società in affanno cerca…

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dopo la rivolta dei soci

Twitter, lascia l’Ad Costolo, la società in affanno cerca nuova leadership

Twitter perde l’amministratore delegato e apre, di fatto se non ufficialmente, una stagione di crisi e transizione. Dick Costolo, “cacciato” da una rivolta dei soci che da mesi protestano per il deludente andamento del gruppo, uscirà di scena il primo luglio e in sella salirà ad interim nuovamente uno dei fondatori del re del microblogging, Jack Dorsey.

La società avvierà subito la ricerca di un successore, perché Dorsey è già Ceo della startup di pagamenti mobili Square e a suo tempo i fondatori di Twitter erano stati “spinti” a farsi da parte nella gestione quotidiana proprio per migliorare la performance della società. I potenziali candidati vanno oggi da top executive del gruppo, quali il responsabile delle revenue Adam Bain e il direttore finanziario e ex banchiere di Goldman Sachs Anthony Noto, fino e esponenti esterni, quali il chief esecutive di Instagram Kevin Systrom e l’Ad di Yahoo ed ex dirigente Google, Marissa Mayer. Possibile è anche un ritorno di altri due co-fondatori, Biz Stone e Evan Williams.

Ma l’improvviso terremoto al vertice lascia spazio anche a un altro scenario: un’acquisizione da parte di uno dei suoi giganteschi rivali di Internet, che possa permettersi un gruppo con una market cap da circa 24 miliardi di dollari. Costolo è parso progressivamente sempre meno capace di rilanciare le fortune, di business e in Borsa, di Twitter. E anche solo di articolare un chiaro progetto di crescita e monetizzazione dell’esercito di utenti attivi, ormai oltre 300 milioni al mese, in un clima di sempre maggior concorrenza e innovazione nei social media.

Da novembre, quando l’azienda è sbarcata sul mercato azionario, i suoi tassi di crescita hanno frenato bruscamente. Nonostante Twitter venisse celebrata come il social network ideale per l’era dei gadget mobili con i suoi messaggi da 140 caratteri, è stata surclassata in pubblicità e avanzamenti tecnologici e di servizio da Facebook come da Google. Nel primo trimestre le entrate sono sì aumentate del 74% a 436 milioni di dollari, ma sono state al di sotto sia delle attese degli analisti che della guidance fornita dalla società. Twitter ha inoltre subito perdite per 162 milioni.

Da aprile, conseguenza dei ripetuti affanni, le azioni hanno bruciato oltre il 30% e la reazione nel dopo mercato di ieri all’annuncio dell’abbandono di Costolo mostra il vuoto di fiducia nella sua leadership. Le quotazioni sono immediatamente salite dell'8%, anche se poi, alla luce delle incertezze che restano sul futuro, si sono assestate ad un più modesto rialzo del 3,88 per cento.

Costolo, 51 anni e una carriera nella consulenza fino ad approdare a Google, era stato chiamato sulla poltrona di chief executive nel 2010, conquistandosi inizialmente gli allori delle classifiche mediatiche dei Ceo più influenti ed efficaci nell’hi-tech. Dopo sei anni, però, la sua fama si è decisamente appannata e gli investitori gli hanno tolto apertamente la fiducia, anche quelli che sono entrati nella società fin dall'inizio.

Chris Sacca, uno di questi, ha affidato a un lungo blog - 8.500 parole - un j’accuse spietato sulla confusione e i ritardi strategici che regnano nella società. «Twitter può permettersi di costruire cose sbagliate - ha scritto - ma non può permettersi di costruire le cose giuste troppo lentamente».

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