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Draghi: Grecia, serve accordo molto presto. Default? Abbiamo…

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audizione all’europarlamento

Draghi: Grecia, serve accordo molto presto. Default? Abbiamo strumenti per gestire al meglio

Sul possibile default della Grecia «abbiamo tutti gli strumenti per gestire la situazione al meglio». Anche se, con eventi imprevedibili «entreremo in acque inesplorate» e al momento «non possiamo fare previsioni o immaginare le conseguenze a lungo termine» di una Grexit per il futuro dellUnione europea. Così il presidente della Bce, Mario Draghi, in un’audizione alla commissione Affari economici del Parlamento europeo, a Bruxelles.

Lo stallo del negoziato, quindi, non può che preoccupare l’Eurotower, e per questo «serve un accordo molto presto». Ma le scelte sulla conclusione dell’attuale programma (il secondo pacchetto di salvataggio, che scade a fine giugno dopo la proroga di 4 mesi a febbraio, ndr) a questo punto sono interamente politiche, devono essere trovate all’interno dell’Eurogruppo,e non competono ai banchieri centrali. Peraltro «la palla in questa fase è nella metà campo di Atene» e finora la Bce ha svolto per intero il suo ruolo.

Secondo Draghi «la Bce sta facendo tutto quel che può per facilitare un accordo. Serve non solo nell'interesse della Grecia ma anche per l'area euro come insieme». Ergo, la liquidità alle banche greche, ha detto ancora Draghi, sarà fornità «finché saranno solventi e avranno adeguato collaterale». La liquidità concessa attraverso il programma di emergenza Ela «è pari a 118 miliardi di euro, il doppio di quanto era a fine 2014, e corrisponde al 66% del Pil greco, più che per ogni altro Paese dell’Eurozona», ha precisato. Quanto al tetto agli acquisti di titoli di stato greci, «ci dovrebbe essere una credibile prospettiva di una positiva conclusione della corrente revisione» del programma e la sua «conseguente messa in atto, che implicherebbe il pagamento dei fondi da parte dei paesi dell'Eurozona».

Situazione drammatica in Grecia
«La situazione economica in Grecia è drammatica», ma «non è responsabilità degli altri Paesi dell'Eurozona o delle istituzioni europee», ha risposto poi il presidente della Bce al deputato greco Marias, al quale ha ricordato le cifre: 223 miliardi di prestiti bi e multilaterali, «più» l'Ela, «più i soldi del Fmi», «più l'haircut del 53,3%» nel 2012.

E a chi gli chiedeva cosa succederebbe se la Grecia non pagasse a fine giugno le scadenze da 1,6 miliardi al Fondo monetario, Draghi ha replicato: «Non voglio speculare su un possibile mancato pagamento» dei prestiti dovuti da parte della Grecia «perché abbiamo avuto la parola delle autorità greche che questi saranno onorati pienamente e secondo la tempistica stabilita».

L’attacco di Marco Valli (M5S)
È «la disoccupazione la maggior causa di inuguaglianza» e «la migliore soluzione per ridurre la disuguaglianza» è quella di «ridurre i tassi di interesse», ha poi spiegato Draghi durante la lunga sessione di domande e risposte seguita all’intervento, rispondendo al parlamentare del M5S, Marco Valli, che lo accusava di essere «un'icona» per gli speculatori «alla Gordon Gekko». Il presidente della Bce ha concluso la replica in italiano: «Siamo consapevoli dei problemi e cerchiamo di fare il possibile. Se non ci riusciamo, ci abbiamo provato». Quanto all’ipotesi di un aumento dei salari minimi in Grecia il numero uno dell’Eurotower ha commentato che una simile prospettiva «può avere un impatto positivo espansivo solo se la gente capisce che è veramente fiscalmente sostenibile», altrimenti «inietta solo incertezza e ha un effetto depressivo».

Unione monetaria «incompiuta»
Draghi ha lanciato lo sguardo anche oltre il contingente. L'unione monetaria «sarà una costruzione incompiuta finché non avremo gli strumenti per rendere ogni suo membro sostenibile dal punto di vista economico, fiscale e finanziario». Occorre un «grande salto», ha aggiunto, utilizzando l'espressione inglese «quantum leap».

La ripresa procede a ritmo moderato
«I dati confermano chiaramente che la ripresa dell’economia procede a un moderato», ma è destinata ad accelerare. «Ora - ha detto Draghi - vediamo segnali incoraggianti sul fatto che anche gli investimenti privati sono in risalita, tendenza che alimenta la speranza di una ripresa che si va ampliando. Le nostre misure si stanno facendo strada nell'economia reale». L’inflazione attesa è bassa prossimi mesi, il rialzo sarà più deciso a fine anno. Le condizioni dei mercati finanziari restano favorevoli ed è normale che dopo l'avvio di un vasto programma di Quantitative easing si registri una certa volatilità, ha detto ancora il presidente della Banca centrale europea.

Qe, rischi contenuti
Peraltro i rischi connessi al Qe «sono per ora piuttosto contenuti», ma «monitoriamo la situazione da vicino». In particolare nel mercato immobiliare «non vediamo segni di sopravvalutazione».

Pranzo con Juncker su Grecia e riforma dell’Eurozona
Draghi ha iniziato il suo intervento all’Europarlamento dopo un pranzo di lavoro nella sede della Commissione europea con il presidente dell'esecutivo Ue, Jean-Claude Juncker. Temi centrali del meeting il progetto di riforma dell'Eurozona e la situazione delle trattative con la Grecia, dopo la nuova rottura fra Atene e le istituzioni creditrici. Domani è in agenda un nuovo pranzo nell'ambito dei lavori del Rapporto dei quattro presidenti per la riforma della zona euro. Oltre al presidente della Bce e a Juncker parteciperanno anche il presidente del Consiglio Ue, Donald Tusk, quello dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, e quello del Parlamento europeo, Martin Schulz. (Al.An.)

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