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La Corte europea promuove il piano di acquisto titoli della Bce

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PROGRAMMA OMT

La Corte europea promuove il piano di acquisto titoli della Bce

LUSSEMBURGO – Dopo mesi di incertezze, la Corte di Giustizia europea ha annunciato oggi qui in Lussemburgo che dal suo punto di vista il controverso programma di acquisti di titoli di Stato da parte della Banca centrale europea è compatibile con il diritto dell'Unione europea e in particolare non viola il divieto di monetizzazione del debito da parte dell'istituto monetario. La sentenza giunge in un momento molto particolare, mentre la Bce sta tenendo a galla la Grecia.

«Questo programma per l'acquisto di titoli di Stato sul mercato secondario non eccede i poteri della Bce in termini di politica monetaria e non contravviene al divieto di monetizzazione del debito dei paesi membri”, si legge nella sentenza pubblicata stamani. A chiedere alla Corte europea di pronunciarsi era stata nel 2014 la Corte costituzionale di Karlsruhe, incerta se il programma ideato dalla Bce per garantire l'efficacia della politica monetaria violasse o meno le regole comunitarie.
Nell'estate del 2012, quando la crisi debitoria della zona euro colpiva praticamente tutti i paesi della periferia dell'unione monetaria, provocando un rialzo dei rendimenti obbligazionari fuori linea rispetto al tasso di riferimento della Bce, il presidente della Bce Mario Draghi disse in un discorso che l'istituto monetario “avrebbe fatto tutto il possibile” per garantire un futuro alla zona euro. Il programma Omt (Outright monetary transactions) non fu mai nella sostanza utilizzato. Tuttavia, da qualche mese, la Bce ha lanciato un programma non dissimile, di acquisti di debito pubblico e privato, pur di evitare la deflazione nella zona euro.

La presa di posizione del tribunale europeo è interessante non solo perché difende le scelte della Bce. Per molti versi, la Corte sta anche difendendo l'indipendenza dell'istituto monetario: “Il programma di acquisto Omt è un programma di politica monetaria” e non assimilabile “a misure di politica economica”.
La sentenza della Corte non è sorprendente, perché già in gennaio l'avvocato generale aveva optato per la stessa posizione giuridica. In un breve commento da Francoforte, la Bce ha detto di “accogliere favorevolmente la sentenza della Corte di Giustizia europea”. In un momento in cui l'istituto monetario è criticato in alcuni Paesi perché sta tenendo a galla le banche greche in evidenti difficoltà finanziarie, e così facendo anche il governo greco, la sentenza non può che far piacere alla Bce.

Proprio domani, l'istituto monetario deve decidere se modificare l'ammontare dei prestiti che sta concedendo via la Banca centrale greca agli istituti di credito del paese mediterraneo. Potrebbe anche decidere se chiedere alle banche un sovrappiù di collaterale per ottenere liquidità. Ieri in una audizione dinanzi al Parlamento europeo, Draghi ha spiegato che la Bce sta concedendo prestiti per 118 miliardi di euro, una somma pari al 66% del prodotto interno lordo greco.

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