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Perché la Grecia è sull’orlo della bancarotta ma le vendite di…

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IL PARADOSSO

Perché la Grecia è sull’orlo della bancarotta ma le vendite di auto fanno boom

La Grecia è ripiombata in recessione, i consumi sono depressi, le famiglie faticano ad arrivare alla fine del mese. Eppure le vendite di auto si sono impennate: nei primi cinque mesi dell’anno sono aumentate del 15,7%, più del doppio della media dell’area euro (+7,2%), e quasi cinque volte di più che in Germania (+3,6%).

Si segnala anche il rimbalzo di alcune marche di alta gamma come Bmw e Lexus, ma l'incremento a tre cifre si spiega soprattutto con i numeri molto limitati del segmento, che negli ultimi anni era crollato a causa della recessione greca.

Il mercato complessivo dell’auto invece mostra un trend di crescita da tempo: l’incremento di maggio (+21,6%) segna infatti il ventunesimo mese consecutivo di rialzi nelle immatricolazioni in Grecia, con un’evidente accelerazione negli ultimi mesi.

Come spiegare questo paradosso? La risposta è abbastanza semplice e va ricercata nella corsa agli sportelli degli ultimi mesi: dal novembre scorso le banche elleniche hanno visto svanire quasi un quarto dei propri depositi, pari a oltre 30 miliardi di liquidità ritirata dalle filiali bancarie. Più la crisi con la Ue si aggravava, più i greci temevano per i propri risparmi e li ritiravano nel timore di restare vittime di uno scenario cipriota, quando le banche hanno chiuso e sono stati imposti controlli sui movimenti di capitali.

Tutta quella liquidità tolta dagli sportelli bancari da qualche parte doveva pur andare. Solo pochi hanno avuto la possibilità di parcheggiarla all’estero in conti bancari offshore, gli altri, piuttosto di mettere le banconote sotto il classico materasso, hanno preferito investire i propri risparmi in beni che hanno il vantaggio di poter essere facilmente rivenduti in Grecia ma soprattutto all’estero, anche se il loro status di bene rifugio è assai discutibile a causa del rapido deprezzamento di cui sono vittima.

Un fenomeno simile si è visto in Russia lo scorso autunno, quando il rublo è precipitato sui mercati valutari. Molti russi decisero di ritirare i soldi dalle banche per comprare beni di valore, come auto, mobili o gioielli. Lo stesso accadde a Cipro nel 2012-13 prima del collasso delle banche e del prelievo forzoso sui conti correnti.

Ironia della sorte, tra i maggiori beneficiari di questo boom ci sono le case automobilistiche tedesche, illustri rappresentanti di quella Germania che da mesi tiene il governo greco sulle spine perché rifiuta di concedere nuovi aiuti senza garanzie di ulteriori riforme e tagli alla spesa, garanzie che da Atene non sono ancora arrivate nonostante i 4 mesi di negoziati con il governo Tsipras. (G.Me.)

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