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Sanzioni? No, grazie. Gazprom annuncia un doppio gasdotto dal…

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Sanzioni? No, grazie. Gazprom annuncia un doppio gasdotto dal Baltico verso la Germania

Se Bruxelles conferma le sanzioni e le prolunga fino al prossimo gennaio, Pietroburgo risponde con un annuncio davvero a sorpresa. Un doppio gasdotto che Gazprom intende costruire attraverso il Baltico verso la Germania, insieme alla tedesca E.On, l'anglo-olandese Royal Dutch Shell, l'austriaca Omv.Con una capacità di 55 miliardi di metri cubi l'anno, chiarisce il monopolio russo dopo la firma del memorandum di intesa tra Aleksej Miller, ceo di Gazprom, e i dirigenti delle major coinvolte: Klaus Schaefer (E.On), Ben van Beurden (Royal Dutch Shell), Manfred Leitner (Omv).

Così la Russia alza le spalle davanti alle sanzioni e va oltre, a cominciare dal tema che ha dato al suo Forum economico internazionale di Pietroburgo di quest'anno, “Vie condivise per la stabilità e la crescita”. Sfida l'isolamento in cui molti vorrebbero tenerla, invitando - nel pieno della tempesta Grexit - il leader che si sperava rompesse il fronte compatto dell'Europa, Alexis Tsipras. A differenza degli anni passati, quando dalla Davos di Pietroburgo passavano nomi come quello di Angela Merkel o di Nicolas Sarkozy, quest'anno insieme a Tsipras non ci saranno leader di rilievo. Diverso il fronte degli imprenditori.

La politica che frena il passo all'economia. Qui, americani o tedeschi o italiani sono accomunati dall'idea che la soluzione della crisi ucraina non passi per le sanzioni o l'isolamento economico della Russia. Così gli imprenditori sono numerosi a San Pietroburgo, più dello scorso anno, più determinati a trovare altre strade per affrontare il momento. Anche perché, come commenta Romano Prodi che nel primo giorno del Forum affronterà il tema della ricerca di una “Mappa per il riavvicinamento tra Ue e Russia”, “questo ormai sembra un treno senza controllo”. Per il quale il mondo paga un prezzo elevato: “Se gli americani e i russi lo volessero, potrebbero sconfiggere l'Isis e il terrorismo in un giorno. Ma la crisi ucraina avvelena le radici”.

“Questo è l'anno zero - spiega Vittorio Torrembini, vicepresidente di GIM-Unimpresa - l'inizio del grafico: la linea che farà capire cosa sarà la Russia domani”. Sono tante le aziende presenti al Forum per curiosità, per sondare la capacità di resistenza dei russi, per trovare possibilità nuove. E gli ospiti russi si affrettano a mettere l'accento su ogni accordo siglato al Forum, come a dimostrare che, nei fatti, l'isolamento non esiste. Ed è tanto più significativo che il primo contratto riguardi gli Stati Uniti. “Firmiamo il primo accordo del Forum con i leader dell'innovazione”, dice il governatore di Pietroburgo Georghij Poltavchenko commentando l'intesa con IBM East Europe/Asia, cooperazione e iniziative congiunte nell'ambito dello sviluppo tecnologico e sociale della capitale russa del Nord.”Siamo orgogliosi del nostro impegno a investire in questo Paese”, osserva David La Rose, general manager IBM per l'Europa centro-orientale.Le sanzioni sembrano lontane, da qui.

Anche perché la Casa Bianca ha tolto il “bando” ai suoi imprenditori, imposto lo scorso anno. E molti europei fanno notare come, a dispetto delle sanzioni, l'interscambio tra Russia e Stati Uniti in questi mesi sia aumentato, mentre i Paesi Ue frenano. “Quando è importante per l'economia americana - scriveva il tedesco Spiegel nei giorni scorsi - la superpotenza si prende un intervallo nella guerra fredda con la Russia”. Torrembini concorda: “Il concetto di difesa dell'interesse americano supera le sanzioni”, con il dipartimento di Stato pronto a concedere proroghe e permessi, se lo richiede un'azienda strategica.

Un secondo accordo annunciato a Pietroburgo riguarda l'Italia, con Maire Tecnimont. La sua principale controllata Tecnimont, in collaborazione con partner russi, si e' aggiudicata un contratto da Gazpromneft per la realizzazione del progetto Combined Oil Refinery Unit all'interno della Raffineria di Mosca. Il valore del contratto di competenza di Tecnimont è pari a 480 milioni, e sarà corrisposto in parte in euro e in parte in rubli (30%). Il completamento del progetto è atteso entro 36 mesi dalla lettera di intenti firmata. Ai rapporti tra Italia e Russia il Forum dedica venerdì una sessione - “Legami storici troppo forti per essere spezzati” - a cui parteciperà anche il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi.

E' una delle strade da seguire, per trasformare le sanzioni in opportunità. Andare incontro ai russi costretti a fare a meno del contributo occidentale nelle tecnologie proibite o nei prodotti esclusi dall'embargo agroalimentare o dalla svalutazione del rublo, troppo cari per un'economia in crisi. Dal punto di vista russo questa è la vera sfida: “Le sanzioni - racconta Serghej Krasnov, un piccolo imprenditore che lavora con grossi gruppi esteri nel settore dell'auto - ci hanno aiutato a capire: se l'Europa non vuole più venderci le cose, dobbiamo produrle noi. Ci vuole un cambiamento di mentalità, e la gente sta imparando ad avere anche maggior rispetto nelle proprie capacità. Se non lo faccio io, chi?”.
Secondo Vittorio Torrembini, è questa la direzione in cui seguire i russi. Collaborare a questa trasformazione, localizzare, fornire assistenza e addestramento ai manager, trasmettere tecnologie, aiutare a creare questo tessuto di aziende diffuse. “Accompagnarli con le aziende italiane fino al punto in cui possono solo fare loro”. Non made in Russia, ripetono al Forum, ma made with Russia.

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