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Squinzi: rischio reale che può danneggiare la crescita italiana

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Squinzi: rischio reale che può danneggiare la crescita italiana

Il default della Grecia come incognita sulla ripresa. «Il rischio Grecia è un rischio reale e la prima cosa che può danneggiare è la crescita, che comunque grazie a fattori esterni potrebbe arrivare». Giorgio Squinzi conclude l’assemblea degli industriali di Lecco e Sondrio, dopo una giornata che ha visto una drammatizzazione della situazione greca. Dal punto di vista economico, ha sottolineato il presidente di Confindustria, la Grecia vale un terzo della Lombardia.

Ma un default apre scenari sconosciuti. Il timore di Squinzi è che se verranno meno i fattori esterni che stanno guidando «l’attuale fase di timida crescita» come il Qe della Bce o il calo del prezzo del greggio, «basterebbe il default della Grecia e torneremmo come prima».

Bisogna fare le riforme: «i lavori a casa nostra non li abbiamo ancora cominciati a fondo, non stiamo facendo le pulizie in casa, non stiamo mettendo mano alle riforme, che invece vanno fatte altrimenti non andiamo da nessuna parte». Una necessità di cui il governo appare consapevole, visti i contenuti del messaggio inviato dal presidente del Consiglio: «il governo ce la sta mettendo tutta per cambiare quello che non funziona. Non ci fermeramo andremo avanti dritti». Matteo Renzi si è soffermato sulle riforme fatte, dal Jobs act al taglio dell’Irap, ammettendo che resta da completare quella della Pa e del fisco, «priorità per voi e per il mio governo. Cari industriali di Lecco e Sondrio, dateci una mano per cambiare davvero». Squinzi più volte ha ribadito la disponibilità del mondo imprenditoriale a fare la propria parte, ma occorre un contesto che renda più semplice fare impresa: «il paese è ingessato, per chiedere in comune una licenza edilizia ci possono volere anni. Io per costruire nuovi stabilimenti ci ho messo 6-7-10 anni. Negli altri paesi ci vogliono 90 giorni, questo è il vero problema, dobbiamo mettere mano alla semplificazione». Vanno inoltre rilanciate le infrastrutture, l’edilizia pubblica e privata, un motore essenziale per far ripartire l’economia in modo solido. Bisogna andare avanti con i tagli alla spesa pubblica improduttiva: «il nostro è un paese che dice che elimina le province e poi dipendenti e consiglieri sono ancora tutti lì. La spending review sta diventando una farsa: ho incontrato chi se ne occupa e mi ha detto che in questo paese è difficile farla salvo pochi casi virtuosi». Uno di questi, ha specificato davanti al Governatore Roberto Maroni, è la Lombardia.

Andare avanti con le riforme, quindi, ed evitare quella che ha più volte definito la manina anti-impresa: «è vero che abbiamo avuto il Jobs act, ma poi c’è stata la class action ed io - ha aggiunto come provocazione - cambierei volentieri il Jobs act con la class action». Sugli ultimi decreti approvati, Squinzi si è soffermato sui controlli a distanza su pc e telefonini: «chi ha la coscienza pulita non dovrebbe temere nessun tipo di controllo, non mi sembra una cosa così grave, o vogliamo cambiare le cose o lasciamo perdere», e comunque ad una domanda se le nuove norme saranno usate per controllare i dipendenti, ha risposto «ma no». Infine la riforma elettorale: «va nella giusta direzione se dà più stabilità al sistema politico. Sono diventato presidente di Confindustria tre anni fa ed ho avuto a che fare con tre governi diversi, speriamo di non dover vedere il quarto».

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