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2/3 Azioni / Spazio ai titoli ciclici

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    Anche il maxi-rimbalzo delle Borse europee, e in particolare di quella di Atene, è un segnale di ciò che potrà succedere se poi l’accordo tanto atteso si dovesse davvero concretizzare. Finora, ha calcolato Il Sole 24 Ore, i listini europei hanno perso circa 600 miliardi in termini di capitalizzazione rispetto ai massimi raggiunti in primavera. Non tutta la responsabilità di questo tracollo, va detto, è da addossare alla crisi greca: c’è anche da considerare il generale rialzo dei tassi di interesse dei titoli di Stato dovuto alla crescita delle attese sull’inflazione e sulla crescita europea, che a sua volta si ripercuote anche sulle azioni. Più un titolo free risk come il bund aumenta di rendimento e più infatti si riduce la convenienza a investire sull’azionario: calcolano gli analisti che a un aumento dell’1% del tasso del decennale tedesco corrisponda una contrazione nell’ordine del 10-12% del Dax, l’indice della Borsa di Francoforte.

    Per questo è forse da escludere, almeno nel breve termine, un ritorno ai massimi degli scorsi mesi, anche se notizie positive sulla crescita economica e soprattutto degli utili aziendali europei potrebbero fornire una spinta ulteriore significativa al di là della questione greca. Uno studio di Ubs sui movimenti dei propri clienti mostra come nelle ultime 4 settimane i flussi di investimento verso l’Europa si siano praticamente azzerati, anche a causa dell’incertezza provocata dalla vicenda di Atene. Ciò che è importante, rileva però la stessa Ubs, è che gli investitori hanno continuato comunque a preferire i titoli dei settori ciclici (tecnologici, chimici, industriali, grande distribuzione e banche), consci che l’affaire Grecia non potrà frenare la ripresa: una tendenza che a maggior ragione potrebbe proseguire nel caso di accordo.

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