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LAVORARE ALL'ESTERO

Germania, un milione di inserzioni nella «terra promessa» del lavoro a poche ore da Milano

La «terra promessa» del lavoro è a portata di mano e dista poche centinaia di chilometri da Milano. Willkommen in Deutschland, benvenuti in Germania, dove il tasso di disoccupazione è il più basso d'Europa: 4,7 per cento rispetto secondo gli ultimi dati di Eurostat, l'Ufficio di Statistica Ue. E dove il tasso di posti vacanti è pari al 2,9%, il livello più alto del Vecchio Continente. Una destinazione privilegiata degli italiani sin dagli anni '60 e, che complice la crisi, è nuovamente diventata la méta dei giovani in cerca di un'occupazione, da noi sempre più difficile da trovare. Tanto che gli iscritti al l'Aire, il registro degli italiani all'estero, sono cresciuti del 2,5% nel 2014 rispetto al 2013 e secondo l'ultimo dato aggiornato allo scorso aprile sono oggi 728.875. «Ma c'è ancora spazio per un'immigrazione specializzata e consapevole: ingegneri, medici, esperti in nuove tecnologie sono le figure più gettonate, e non tramonta il settore della ristorazione», assicura Massimo Darchini, consigliere responsabile per gli affari sociali dell'Ambasciata Italiana a Berlino.

Le differenze regionali sono però significative: la maggior parte delle richieste di lavoro proviene infatti dai Länder meridionali, come la Baviera e il Baden Württemberg, dove la percentuale dei senza lavoro scende addirittura sotto al 4 per cento. Nelle altre regioni continua a brillare la stella di Berlino dove, ricorda Darchini, ci sono chance per gli architetti e i designer italiani, particolarmente apprezzati. Qui i residenti italiani della circoscrizione consolare sono oggi oltre 25mila contro 17mila del 2009.
I canali di approdo per lavorare in Germania sono numerosi. Oltre agli annunci pubblicati sui quotidiani, in genere il sabato, sono una decina i siti specializzati, pubblici e privati, aggiornati in tempo reale.

Il punto di partenza è il portale dell'Arbeitsagentur (l'Ufficio di collocamento tedesco) con una sezione dedicata alle offerte di lavoro (anche in italiano). Si chiama Jobbörse e al momento conta quasi un milione di inserzioni di lavoro, nella maggior parte dei casi postati da agenzie di lavoro interninali. La classifica dei posti vacanti vede al primo posto il settore metallurgico e metalmeccanico, seguito dall'It e dalla matematica e statistica. Ma ci sono anche opportunità nel mondo della cultura.
Molto attivi sul fronte delle offerte di lavoro in tempo reale sono anche i portali gestiti da privati, come Job Scout 24, con un focus sulle principali città e in genere la possibilità di un contatto diretto con le aziende a caccia di dipendenti. O la pagina tedesca del motore di ricerca internazionale Careerjet, della job community Monster e il portale per offerte ad alta qualificazione Experteer. Il primo contratto in genere è a termine e spesso coincide con il periodo di prova che può variare da tre a sei mesi, e può essere poi convertito a tempo indeterminato.

Apprendistato e Mini-Jobs
Oltre all'inquadramento professionale tradizionale il modello tedesco offre altre opportunità per i giovani italiani alla ricerca di un lavoro. La prima si chiama «The job of my life» ed è il sistema duale di formazione professionale, aperto ai giovani diplomati tra i 18 e i 35 anni. Il programma dura da 2 a 3 anni e mezzo, durante i quali l'esperienza sui banchi si alterna con il lavoro in azienda con la possibilità di scelta tra oltre 350 profili professionali. Al termine non è esclusa l'assunzione. Per i più giovani o per chi non ha troppe pretese ed è ansioso di entrare nel mondo del lavoro tedesco è poi aperta la strada dei Mini-Jobs, le professioni con uno stipendio massimo di 450 euro al mese esentasse, molto comune nei settori della ristorazione, della vendita e del turismo.

Il bagaglio di competenze
«Per tutti - spiega Darchini - la condizione essenziale è la conoscenza della lingua. Meglio dunque frequentare un corso intensivo di tedesco prima di partire. È bene poi non affidarsi all'improvvisazione e iniziare a preparare il trasferimento almeno sei mesi prima». Un altro nodo da sciogliere prima della partenza, infatti, è quello del riconoscimento dei titoli di studio e delle qualifiche professionali. In Germania esistono infatti regole diverse sulle professioni, che variano da Land a Land. Per verificare se le proprie competenze sono valide anche in Germania si può accedere a due siti internet. Il primo è il portale del Ministero della Ricerca Anerkennungsfinder (disponibile anche in italiano)dove è possibile verificare se la propria professione è regolamentata e la banca dati Anabin (solo in lingua tedesca) della Centrale per il riconoscimento dell'istruzione straniera (Zab) che ha sede a Bonn. In genere sono regolamentate le professioni del campo medico, quella di insegnanti e i profili giuridici. Per loro, assicurano dall'Istituto federale per la formazione professionale (Bibb), la procedura di conversione dei titoli dura non più di tre mesi ma deve essere avviata prima di partire perché senza questo “bollino” non è possibile lavorare.

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