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Pensioni, Iva, tasse: Tsipras (finalmente) scopre le carte

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LE PROPOSTE DI ATENE

Pensioni, Iva, tasse: Tsipras (finalmente) scopre le carte

Il più esplicito è stato il duro presidente polacco del Consiglio europeo, Donald Tusk, quando ha ammesso che finalmente c'erano delle concessioni da parte di Atene sul piatto dei negoziati. Alexis Tsipras, il premier greco, ha fatto finalmente la “capriola” politica che gli permetterà di ammansire l'ala sinistra di Syriza, che detiene i 30 voti necessari per far passare l'accordo nel parlamento di Atene, aumentando le tasse per le imprese, i contributi previdenziali e sanitari di lavoratori e aziende, varando una tassa di solidarietà speciale per chi guadagna più di 30mila euro. Tutto per salvare le pensioni e i salari dei dipendenti pubblici già tagliati negli ultimi cinque anni precedenti di austerità a tappe forzate.

I pensionati statali in Grecia lo scorso anno hanno raggiunto la cifra complessiva di 468.422, costano ogni anno allo Stato circa sei miliardi di euro e negli ultimi cinque anni sono aumentati di 55.176 unità. Queste, come riferiscono i media locali, le cifre fornite dalla Ragioneria Generale ellenica e presentate lunedì 22 giugno in Parlamento dal vice ministro delle Finanze, Dimitris Mardas, in risposta a una richiesta in proposito fatta dal deputato di Nea Dimokratia Evangelos Basiakos per conoscere l'esatto numero dei pensionati del settore pubblico e quanto è costato allo Stato il pagamento delle loro pensioni dal 2010 sino ad oggi.

Insomma Tsipras non ha voluto colpire i suoi bacini elettorali (dipendenti pubblici e privati e pensionati) spostando su imprese e fasce alte di reddito il peso della nuova stangata targata Troika in cambio dei prestiti da 7,2 miliardi di euro congelati da agosto.

Colpite le imprese e le fasce di reddito elevate
Per aumentare gli incassi Tsipras ha proposto una speciale tassa del 12% sulle aziende che realizzano un utile annuale di oltre 500mila euro ed una “tassa di solidarietà” per chi guadagna oltre 30mila euro l'anno. Previsto anche l'aumento della corporate tax (l'imposta sui redditi d'impresa) dal 26 al 29 per cento a partire dal 2016. Una mazzata per il fragile sistema industriale greco fatto di piccole e medie imprese. L'obiettivo di Atene è spostare il peso delle tasse dai dipendenti e pensionati ai ricchi e alle imprese. Questa manovra però riduce la competitività delle imprese greche che faticosamente stavano risalendo la china, recuperando posti nella speciale classifica stilata dalla World bank. Le banche invece, che sono già in acque difficili a causa della fuga dei depositi, sono state esentate da qualsiasi stangata straordinaria. Probabilmente saranno loro a dover acquistare i t-bills a sei mesi che il governo dovrà emettere per pagare la rata di 1,6 miliardi di euro dell'Fmi in scadenza al 30 giugno.

Nuovi rincari sull'Iva
I creditori puntano a semplificare e a ridurre le esenzioni come quelle delle isole. Così hanno proposto una riforma dell'Iva con due sole aliquote, al 13% e al 23 per cento. Atene invece vuole mantenere le attuali tre al 6,5%, al 13% e al 23%, ma è disponibile ad ampliare la gamma di prodotti che rientrano nell'aliquota più alta. Dalla revisione dell'Iva il documento del governo greco conta di ricavare 580 milioni quest'anno e 1,36 miliardi nel 2016. Atene invece propone di non alzare il prelievo sulle bollette dell'elettricità e sulle medicine ma solo su alcuni prodotti di lusso non meglio precisati. Inoltre il governo greco su pressione dei Greci indipendenti, junior partner di governo, sarebbe contrario all'abolizione delle aliquote Iva scontate sulle isole, una esenzione che ha poche ragioni di essere oggi, visto che le isole sono sì svantaggiate nei trasporti con la madrepatria ma sono anche la destinazione preferita dei turisti.

Ulteriori tagli a pensioni e stipendi
Atene promette una stretta sui prepensionamenti da gennaio 2016. Il governo Tsipras avrebbe anche accettato di imporre un aumento del 3,9% dei contributi pensionistici, una misura che frutterebbe 350 milioni quest'anno e 800 milioni nel 2016. Previsto anche un aumento dal 4 al 5% dei contributi sanitari per aziende e dipendenti. In totale gli interventi sulle pensioni varrebbero lo 0,4% del Pil quest'anno e l'1% nel 2016, un netto progresso rispetto alle ultime posizioni di Atene, che sulle pensioni non voleva cedere nulla. Il conto per le imprese e dipendenti è alla fine molto salato. Con buona pace del faticoso recupero di competitività per aumentare l'export dei pochi prodotti greci che hanno uno sbocco oltre confine.

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